Tenevano 43 cani in condizioni precarie, dopo la condanna fallisce anche il loro ricorso

Ai Nas avevano dichiarato di tenere gli animali per “scopo affettivo”

Tenere cani non è un problema, ma bisogna fare in modo che non siano troppi e che siano alloggiati in modo «compatibile con la loro natura». Il Tar del Piemonte è stato interpellato in merito a un caso scoppiato alcuni anni fa ad Alessandria, dove una coppia si vide sequestrare dai carabinieri del Nas i 29 cani che custodivano «a scopo affettivo», come hanno dichiarato, nella loro proprietà in Valle San Bartolomeo. Dagli accertamenti è emerso che gli animali vivevano in «condizioni critiche». Dopo il primo sequestro, fra l’altro, un’ispezione ordinata dalla Procura della Repubblica rilevò la presenza di altri 14 cani che «risultavano convivere con i ratti, con i quali condividevano cibo e acqua», e che erano «affetti da patologie comportamentali». I giudici amministrativi hanno stabilito che il ricorso della coppia è «improcedibile» per una serie di ragioni tecniche. Dalla lettura della sentenza, però, si ricava che le relazioni presentate dai ricorrenti non sono riuscite a sconfessare le indagini svolte dalle varie autorità (Asl, Comune, magistratura ordinaria). Gli interventi in Valle San Bartolomeo cominciarono dopo le lamentele del vicinato. Ci furono ispezioni, sopralluoghi, reprimende, prescrizioni, finché non si arrivò al sequestro. La coppia fece ricorso e ottenne che cinque cani su 29 tornassero a casa. Continua  a leggere….




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