Io e il merlo
Se ne stava appeso a testa in
giù una tarda mattinata di novembre fra i rami dell’albero dei cachi in cortile
.
Ci ho messo più di un ora fra rocambolesche performance sue e
disperazioni mie per staccarlo dai suoi stessi fili aggrovigliati delle zampe.
Il risultato è stato una zampetta rotta e un ala completamente spiumata. Oggi è
forte come un falco incazzoso, pasciuto come un cucciolo d’aquila di montagna
ben curata dal genitore., e ha imparato a stare aggrappato con una zampetta più
3/4 dell’altra. Goloso di vermi rinsecchiti e frutta fresca (mangia i ribes che
si ingozza pure!), ma non disprezza biscotti sbriciolati e mollichine di pane.
Vola alto per casa quando lo lascio libero di sgranchirsi per non smemorizzare
la sua natura di volatile selvatico e saltellante, perché per ragioni evidenti
una parte del suo soggiorno abusivo, lo vive nel trasportino del mio micio
passato. L’ala…
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