La Casa Bianca e le polemiche

 Usa, dietrofront di Bannon: "Il figlio di Trump è un patriota"
 Ex stratega: le mie accuse erano contro Manafort. Sostegno a tycoon 
Clamorosa marcia indietro dell'ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon, dopo essere stato ripudiato da Donald Trump per le sue dichiarazioni nel libro 'Fire and fury": in un comunicato pubblicato da Axios, Bannon ribadisce il suo "incrollabile" sostegno per il presidente e la sua agenda, definisce il Russiagate una "caccia alle streghe" e il primogenito di Trump "un patriota e un buon uomo", sostenendo che i suoi commenti sull'incontro "sovversivo" con i russi erano rivolti all'allora capo della campagna, Paul Manafort. "Donald Trump jr è sia unpatriota che una brava persona. E' stato inarrestabile nel sostegno di suo padre e dell'agenda che ha contribuito a rivoltare il nostro Paese", esordisce Bannon, "rammaricandosi" che "il ritardo nel rispondere al resoconto inaccurato (del libro) riguardante Don Jr abbia distratto l'attenzione dagli storici traguardi del presidente nel suo primo anno di presidenza". "I miei commenti sull'incontro con i russi - spiega - provenivano dalla mia esperienza di vita come ufficiale della Marina di stanza a bordo di un cacciatorpediniere la cui principale missione era dare la caccia ai sottomarini sovietici ai miei tempi al Pentagono durante gli anni di Reagan, quando il nostro focus era sconfiggere 'l'impero del male' e fare film sulla guerra di Reagan contro i sovietici e dal coinvolgimento di Hillary Clinton nella vendita dell'uranio" ai russi. Riferendosi allo stesso incontro, che aveva definito "sovversivo" e "anti patriottico" sostiene poi che i suoi commenti "era rivolti a Paul Manafort, un professionista di lungo corso di campagne elettorali con esperienza e conoscenza di come operano i russi. Avrebbe dovuto sapere che sono sleali, furbi e non amici nostri". Bannon ribadisce quindi che "non c'è stata alcuna collusione" con i russi e che "l'indagine è una caccia alle streghe". L'ex stratega tenta di ricucire anche il suo rapporto personale con Trump, definendo il tycoon "l'unico candidato che avrebbe potuto sfidare e sconfiggere l'apparato della Clinton" e se stesso come "l'unica persona finora che ha condotto uno sforzo globale per predicare il messaggio di Trump e del Trumpismo". Bannon quindi si dice pronto a sostenere il presidente nei suoi sforzi per "rendere l'America di nuovo grande". Continua a leggere….

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