La sveglia di Francesco e una provocazione, by Carlo Baviera
by Carlo Baviera
Sono anni che molti si interrogano sul come uscire dalla
crisi, come aiutare l’economia a ripartire. Il Governo nazionale e le
istituzioni europee elaborano ricette; ma i progressi sono lenti, incerti,
insufficienti.
Fra i molti approfondimenti e valutazioni che,
partendo dalla situazione economica, cercano di ampliare la prospettiva anche
agli aspetti politici scelgo, traendo due frasi da un suo breve commento,
quelle di Savino Pezzotta in quanto le ritengo non solo utili alla provocazione
che vorrei fare
in questo inizio di 2015, ma importanti per gli argomenti che
mette in campo.
Dice Pezzotta “Con l’ascesa di Matteo Renzi sono state
marginalizzate e svuotate le culture politiche che avevano dato vita al Pd. Lo
si voglia o meno l’attuale Partito Democratico è un qualche cosa di nuovo
rispetto alle sinistre di ispirazione cattolico-democratico e di ispirazione
laico-marxista che gli hanno dato vita.[..] Dopo che Renzi ha dissodato
il terreno servirebbe il sorgere di un nuovo pensiero politico e sociale (non
un nuovo partito) che non si omogeneizzi alla “società di mercato”, ma che sia
capace di indicare qual è oggi la nuova questione sociale e democratica. Non ci
si può rassegnare a un’Italia sempre più differenziata tra nord e sud, tra
centro e periferie, tra ceti sociali e generazioni, dal crescere delle
disuguaglianze, che si irrigidisca sulla questione degli immigrati, tra chi ha
un lavoro e chi non l’ha, che si irrigidisce sulla questione degli immigrati e
che scopre la paura dei diversi”.
Anche se in modo laico e da un punto di vista
socio-politico, mi sembra che il ragionamento contenga quello che io definirei
“la sveglia di Francesco” cioè del Papa attuale: questo è il pensiero nuovo, a
cui secondo me dobbiamo accedere e che dobbiamo aiutare a sorgere.
Quando si dice che sono state marginalizzate le culture
politiche originarie del PD e che non sono più adatti gli schemi delle sinistre
di derivazione cattolico democratica o marxista si aiuta a prendere atto di un
fatto che mi pare sia positivo, se consente di avanzare. Non sarebbe positivo
se fosse invece uno svuotamento dei valori che supportavano quelle culture.
E’ questione di contenuti. Contenuti che “la sveglia di Papa
Francesco” continua ad offrire quasi quotidianamente: la globalizzazione della
solidarietà, bloccare l’economia dello scarto, l’adottare politiche pro
famiglia (soprattutto per quelle numerose), pensare alle periferie esistenziali
e territoriali, non essere schiavi della finanza, lavorare per la pace e
bloccare costruzione e commercio di armi, una casa ad ogni famiglia, terra ai
contadini, lavoro dignitoso, rispetto per l’ambiente. E potremmo continuare.
Tenendo conto di questi contenuti, come indicare la nuova
questione sociale e democratica, così come chiede Pezzotta? A me sembra di
poter indicare il lavoro (e i relativi diritti), la giustizia sociale (compresa
l’accessibilità gratuita ai servizi, godimento di un ambiente sano, e relativo
rispetto dei doveri costituzionali), l’istruzione e la cultura fondamentali per
elevare le conoscenze, la consapevolezza democratica, la partecipazione, lo
spirito.
Soprattutto come si organizzerà questo pensiero? C’è chi
dice che “Se il progetto politico era solo quello di “amalgamare” gli ex-DS ed
ex-Margherita l’amalgama poteva riuscire più o meno bene, ma non era in grado
di costruire un soggetto politico realmente nuovo, all’altezza delle necessità.
Per questo sarebbero occorse energie e persone nuove: se queste non si sono
fatte avanti, non si può dare la colpa solo agli ex”. Lasciando, quindi da
parte gli ex (o la scusa degli ex), alla lunga un nuovo pensiero, darà origine
a nuovi partiti o a divisioni degli attuali? La sinistra di ispirazione
marxista fino a che punto sarà disposta ad accettare nuovi contenuti e
posizioni? A me sembra che, per una parte consistente di essa, molte cose
vengano condivise! Indipendentemente dalle tensioni di questi giorni legate
alla legge elettorale.
Mentre le tante sinistre di ispirazione cattolico
democratica saranno in grado di partecipare a questa elaborazione, a farla
emergere come centrale nelle considerazioni dell’elettorato, a sostenerla
elettoralmente e programmaticamente nelle decisioni istituzionali e di governo?
E’ una provocazione, ma la faccio lo stesso; temo che sia meno disposto il
mondo “popolare” “cristiano democratico” ad adeguarsi alle conseguenze
derivanti dagli inviti e sollecitazioni di Papa Francesco, che non altri.
Perché in fondo, aderire alla “politica” generata dagli
stimoli del pontefice, richiede di essere “estremisti” “rivoluzionari” nel
senso di non accettare compromessi al ribasso e saper essere radicali nelle
scelte, pur con le necessarie gradualità e con la capacità di aspettare chi si
attarda (per età, per cultura, per debolezza) riguardo ai cambiamenti. Mentre
in molti si è ancora sensibili al potere, al restare attaccati al potere, si ha
poca voglia di rischiare l’opposizione, di cambiare radicalmente le cose.
Facendo passare questa “predisposizione” ad essere maggioranza per senso dello
Stato, senso delle istituzioni, riformismo. Mentre è solo doroteismo.
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