Marco Giovannini, Confindustria: Gli industriali non hanno più alibi
by Pier Carlo Lava
Alessandria, tre mesi fa, evidentemente anticipando i
tempi, avevo scritto e pubblicato nel blog un post dal titolo: “Imprese
senza alibi, ora devono fare la loro parte”, nel quale evidenziavo le misure del Governo
prevalentemente a favore delle imprese, ma in parte anche dei lavoratori, mai
effettuate in passato da altri governi.
Alle quali recentemente si è aggiunta l’iniziativa di Mario
Draghi Presidente della BCE, con il Quantitative Easing (alleggerimento
quantitativo) cioè una delle modalità con cui avviene la creazione di moneta da
parte di una
Praticamente un invito al sistema imprese affinché operino
per imporre nel mondo il made in Italy, quale unico modo per rilanciare
l’economia e quindi speriamo l’occupazione.
Il testo integrale della mia lettera, pubblicata il 18
ottobre 2014:
Imprese senza alibi, ora devono fare la loro parte
Premessa, il passato:
I Governi nel passato sono più volte interventi sui
contratti di lavoro con la motivazione che aumentando la flessibilità, le
aziende avrebbero assunto con maggiore facilità e conseguentemente si sarebbe
ridotta la disoccupazione e rilanciata l’economia. Ma questo non è mai avvento,
l’economia è in flessione e la disoccupazione è ulteriormente aumentata
inoltre, negli anni, diverse aziende hanno delocalizzato in altri paesi,
approfittando di un costo del lavoro inferiore e di altri vantaggi fiscali.
Ottobre 2014, i provvedimenti:
Il CDM ha approvato la legge di stabilità 2015, una manovra
finanziaria che vale 36 miliardi di euro (di cui 15 mld da Spending Review),
con 18 miliardi di euro di taglio delle tasse (il cuneo fiscale), di cui 9,5
mld per il Bonus IRPEF da 80 euro in busta paga (per 10 milioni di lavoratori)
che diventano strutturali. Inoltre il TFR in busta paga con 100 milioni di euro
di risorse per l’anticipo del trattamento di fine rapporto per chi vorrà
richiederlo.
Relativamente alle Imprese, che nel complesso sono le
maggiori beneficiarie, sono previsti 5 miliardi per azzerare dal 2015 la
componente lavoro dell’IRAP e 1,9 miliardi per la decontribuzione sulle
assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato per tre anni (allo scopo di
favorire giovani in cerca di prima occupazione,
disoccupati e precari).
Il 29 di ottobre la Commissione Europea renderà pubbliche le
proprie valutazioni sulle manovre dei vari paesi e quindi del bilancio
italiano, a questo proposito per sicurezza è stato previsto un fondo di
garanzia da utilizzare qualora fosse necessario.
C’è però un punto interrogativo: come si comporteranno gli
enti locali, Regioni, Provincie e Comuni, ai quali, con la Spending Review
saranno nuovamente ridotti i trasferimenti? saranno capaci di tagliare gli
sprechi (purtroppo esistenti) come chiede Renzi? oppure aumenteranno le imposte
locali, o addirittura (poco probabile) taglieranno i servizi, rischiando di
vanificare almeno in parte gli effetti nella manovra?. Nel frattempo le Regioni
hanno già risposto: “I risparmi devono partire da Roma”...
Una manovra con la quale vengono nuovamente e ulteriormente
agevolate le imprese, in modo decisamente più incisivo rispetto al passato,
sempre con l’obiettivo di stimolare il rilancio dei consumi, dell’economia e
l’assunzione dei lavoratori.
Secondo il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, queste
misure dovrebbero consentire un aumento del PIL del 0,6% nel 2015 e del 1,5%
nel 2016 e già nel 2015 favorire nuove assunzioni per 800.000 lavoratori.
Le Imprese italiane:
In un mondo globalizzato, con un mercato in continua
evoluzione, fortemente dinamico e altamente competitivo, dove non c’è più
spazio per atteggiamenti conservativi, le imprese italiane devono sapere
dimostrare di essere in grado di colmare il gap che li divide da quelle dei
paesi più avanzati.
Obiettivo perseguibile (dimostrato da diverse imprese che si
sono specializzate diventando leader mondiali nel proprio settore) solo
investendo in ricerca, sviluppo e innovazione, utilizzando maggiormente i mezzi
che la tecnologia mette a disposizione e diversificando il business sui mercati
esteri, quello italiano infatti è maturo e non offre molti spazi commerciali,
almeno sino a quando non aumenterà l’occupazione e il potere di acquisto delle
famiglie.
Alla luce di quanto sopra le Imprese non hanno più alibi, ma
per crescere devono iniziare ad investire e se crescono devono assumere
lavoratori, perciò vedremo se diversamente dal passato finalmente faranno la
loro parte e a questo punto il futuro e le sorti del paese dipendono
esclusivamente da loro, perciò non resta che attendere augurandoci che non ci
deludano.
Pier Carlo Lava
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