Sante o zoccole? La dicotomia dura a morire
(di
Erica Vecchione -http://www.ilfattoquotidiano.it)
by infosannio
Ci è voluto un po’ prima che me ne rendessi conto.
Solo dopo l’ennesimo episodio in cui qualcuno(uomo ovviamente) mi parlava
diqualcun’altra (donna ovviamente), ritraendo la protagonista in base ai suoi
appetiti sessuali, ho finalmente capito.
Saltando dall’evergreen “se li è passati tutti” al
più sofisticato “ha fatto da nave scuola a tutta la squadra di calcio”,
passando dal più esplicito “è una zoccola” ai consueti sottesi di moglie
fedifraga di marito beone, il glossario per descrivere un certo tipo di donna è
succoso quanto un’anguria d’estate.
In qualsiasi salsa di costume la si voglia mettere,
si tratti di ragazze giovani o signore di mezza età, una donna sessualmente
libera attira spesso l’ira di quei cagnetti che avrebbero anch’essi voluto
addentare l’osso, ma restati a bocca asciutta preferiscono recitare la parte di
giudici sovrani.
Perché, sebbene gli italiani non disdegnino affatto la
compagnia di amanti a pagamento con le quali fare di tutto e di più (le
statistiche ‘in chiaro’ parlano di due milioni e mezzo all’anno, il 50% dei
quali sono sposati) quando si tratta di conoscenti, mogli o ex fidanzate,
l’immagine della donna lussuriosa lascia i salvifici moralisti con le viscere
in subbuglio. Tanto da mettere in piedi vere e
proprie campagne denigratorie ai danni della scostumata impenitente.
proprie campagne denigratorie ai danni della scostumata impenitente.
Nel 2016 in pieno consumo YouPorn, sono ancora in
molti a scandalizzarsi se una donna reale, in carne ed ossa (in qualche modo
quelle dello schermo appartengono a un mondo ‘altro’) ha una vita sessuale
ricca e alternata e non se ne vergogna. Con buona pace delle Sante Marie
Goretti agli arresti domiciliari in attesa dei mariti che, “trattenuti in ufficio”,
sostano sugli argini sotto qualche cavalcavia.
Ci sarà sicuramente in platea un nutrito pubblico di
uomini che plaude la libertà delle proprie mogli e una longeva felicità
sessuale di coppia, per nulla turbati dall’emancipazione femminile. Perché a
nessuno piace professarsi bigotto, nemmeno al primo della classe. E’ solo
svoltato l’angolo, in presenza di altri pari, davanti ai banconi dei bar che lo
sberleffo diventa maligna diceria.
In un paese così intrinsecamente cattolico come
l’Italia non stupisce che nelle molte sfaccettature della vita sociale resista
ancora la duplice effigie della Madonna e diMaria Maddalena (il Madonna-whore
complex freudiano). Immagini anteposte del concetto di donna: l’una sacra
l’altra sacrilega. In un Paese dove il culto della madre è fortemente impresso,
non sorprende che gli uomini ricerchino nella compagna doti diconclamata virtù,
integerrima madre della propria progenie. E quanto non rientra nel virtuoso
disegno viene marchiato a fuoco, sudicio, e come tale oggetto di infamia.
La liberazione sessuale scaduta nella mercificazione
della donna in molteplici aspetti della società, dal porno alle pubblicità, dai
cartelloni ai programmi televisivi, non ha reso gli uomini più emancipati. E
nonostante l’immenso volume di sesso a portata di clickdove tutto, anche
l’inammissibile, è fruito con leggerezza, le Afroditi dei giorni nostri creano
ancora malessere e disagio.
Perché la vera libertà, intesa come purezza di
spirito, non è quella del fare ma del pensare.
https://infosannio.wordpress.com/2016/06/28/sante-o-zoccole-la-dicotomia-dura-a-morire/


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