UNO DEGLI ATTENTATORI DI ROUEN ERA IN LIBERTÀ VIGILATA E INDOSSAVA UN BRACCIALETTO ELETTRONICO
Un errore giudiziario avrebbe reso possibile
l’ultimo attacco alla Francia: ecco perché Adel Kermiche era stato prima
arrestato e poi scarcerato
Il sequestro di
diversi ostaggi in una chiesa a Rouen, in Normandia, e l’uccisione di un prete
da parte di uno dei due attentatori ha scosso ancora una volta l’Europa e tutto
il mondo cattolico. Anche perché dalle indagini è emerso che uno dei due
terroristi era in libertà vigilata e durante l’attacco, indossava un
braccialetto elettronico.In queste ore i media francesi si domandano: perché il
diciannovenne Adel Kermiche, identificato come uno dei due assassini del
parroco della chiesa di Saint-Etienne du Rouvray era stato rimesso in libertà
il 18 marzo dopo due mesi di detenzione provvisoria?Secondo la ricostruzione
del quotidiano francese Le Monde, che ha avuto accesso agli atti del processo,
il caso sarebbe stato all’origine di uno scontro tra i giudici e la procura di
Parigi. All’epoca il giovane era stato arrestato due volte con l’accusa di
“associazione con finalità terroristiche” per aver tentato di andare due volte
in Siria.Da una perizia psicologica ordinata dal giudice su Adel Kermiche,
emerge una personalità caotica.
Più volte era stato in cura per problemi
psichici e da sei anni era seguito da uno psicologo. Durante il processo si era
definito un “buon musulmano che crede nei valori della misericordia, della
benevolenza... non sono un fondamentalista”, aveva insistito, precisando di
pregare due volte al giorno.In prigione, invece, entra in contatto con la
cellula di un fondamentalista arabo e fa la conoscenza di un giovane francese
che aveva combattuto per due mesi a fianco dell’Isis in Siria, ma ai giudici continua
a dichiarare di essersi pentito delle sue azioni e di attendere con
trepidazione il momento della sua scarcerazione per ricostruirsi una vita.Il
giudice crede alle parole del giovane e nelle motivazioni dell’ordinanza con la
quale gli concede la libertà vigilata scrive che Kermiche “ha preso conoscenza
dei suoi errori”, che in prigione aveva avuto “tendenze suicide” e che “è
determinato a entrare in un programma di reinserimento” e che la famiglia è
intenzionata a fornirgli “supporto” e a “controllarlo”.In realtà i genitori del
giovane dichiarano di preferir sapere il loro figlio in carcere e vivo che in
viaggio per la Siria e di accettare di riaccoglierlo in casa solo a garanzia
che abbia sinceramente rinnegato le idee fondamentaliste e il progetto di recarsi
in Siria.Argomenti ai quali la procura di Parigi è sensibile e per questo fa
appello all’ordinanza del giudice ritenuta “poco convincente”. “Nelle attuali
condizioni, il braccialetto elettronico, visti i precedenti, sarebbe uno
strumento di controllo completamente illusorio ed esiste il rischio concreto
che una volta rimesso in libertà Kermiche possa reiterare i reati”, spiega il
pubblico ministero durante la requisitoria.Il ricorso tuttavia non è accolto
dal tribunale nonostante il parere contrario della procura. Kermiche ottiene
nel marzo del 2016 la libertà vigilata con il braccialetto elettronico. Aveva
l’autorizzazione ad uscire di casa dalle 8.30 alle 12.30 del mattino. L’attacco
alla chiesa è avvenuto durante la messa mattutina delle 10.
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