20/07/2016 di triskel182
I favorevoli sono stati 120, i contrari 130 e 8 gli
astenuti. Palazzo Madama ha stravolto la decisione della giunta che il 26
aprile scorso si era espressa per il via libera all’autorizzazione. I dem
contro i 5 stelle: “Hanno salvato l’ex Cavaliere come la Lega salvò Craxi nel
1992”. La replica: “Il Patto del Nazareno è risorto. Il primo gallo che canta
ha fatto l’uovo”.Il Senato a voto segreto ha salvato Silvio Berlusconi dall’uso
delle intercettazioni con le “Olgettine” per il processo Ruby Ter. I favorevoli
sono stati 120, i contrari 130 e 8 gli astenuti. Palazzo Madama ha così
stravolto la decisione della giunta per le immunità parlamentari che il 26
aprile scorso si era espressa per il via libera all’autorizzazione. In Aula le
proteste del Movimento 5 stellehanno spinto il presidente Pietro Grasso a
sospendere la seduta.
Al termine del voto sono partite le polemiche: il Pd è
andato all’attacco dicendo che l’ex Cavaliere è stato salvato dai grillini
“come la Lega Nord fece con Crazy nel 1992″.I 5 Stelle hanno replicato dicendo
che il patto del Nazareno è risorto e che “il primo gallo che canta ha fatto
l’uovo”. La senatrice M5s Sara Paglini ha pubblicato su Facebook la foto del
tabellone del Senato dove si vede chi ha chiesto il voto segreto: si tratta di parlamentari
di Ala, Pd e gruppo Misto.Il riavvicinamento di un pezzo di Ncd, vedi il caso
Schifani, a Silvio Berlusconi ha avuto un immediato e benefico effetto positivo
per l’ex Cavaliere, alle prese con il terzo filone del caso Ruby. Con dieci
voti di scarto l’Aula di Palazzo Madama ha bocciato l’autorizzazione all’uso
delle intercettazioni da parte dei giudici. A pochi minuti dall’annuncio, il Pd
in blocco ha scelto di attaccare i 5 stelle indicandoli come responsabili della
decisione. “Le manovre sporche dei Cinque stelle”, ha detto il senatore Pd
Luciano Pizzetti, “salvano Berlusconi con il voto segreto. Come la Lega salvò
Craxi nel 1992. Parlano di moralità ma agiscono nell’ombra”. I grillini hanno
subito replicato: “La prima gallina che canta ha fatto l’uovo”, ha detto il
senatore M5s Nicola Morra. Lo scontro si è svolto soprattutto rete: i
parlamentari Pd hanno cominciato a rilanciare l’accusa contro i 5 stelle di
aver salvato l’ex Cavaliere, mentre i grillini a loro volta hanno attaccato gli
avversari.Il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda ha detto di essere
sicuro della buona fede dei “suoi: “Sono certo”, ha detto, “che il gruppo del
Pd ha votato compattamente a favore. Sono molto meno certo che, nel voto
segreto, ci sia stato lo stesso comportamento da parte di gruppi che pur
avevano espresso, nel dibattito d’aula, la stessa posizione”. Per i 5 stelle
invece è il patto del Nazareno risorto: “Il Pd con il voto segreto salva
Berlusconi e prova a puntellare la sua sempre più scricchiolante maggioranza.
Un modo subdolo, dando la colpa ad altri come già accaduto in altre occasioni,
giocato sulla pelle della Giustizia, per provare ad assicurarsi anche un
comportamento benevolo da parte dei berlusconiani e del loro potente sistema
mediatico nel referendum costituzionale.
Il patto del Nazareno è risorto”.Il processo Ruby ter vede imputate 31
persone, tra cui lo stesso leader di Forza Italia, Ruby Rubacuori e una ventina
di ragazze. Secondo la Procura di Milano, Berlusconi pagava alcuni testimoni mentre
si stava celebrando il processo Ruby, finito – per l’ex presidente – con una
condanna in primo grado poi annullata definitivamente dalla Corte di Cassazione
che lo ha assolto.Il 16 aprile scorso la Giunta aveva boccia la proposta del
relatore Enrico Buemi di vietare l’uso di tutte le undici intercettazioni e
quindi la richiesta del giudice di Milano è arrivata a Palazzo Madama. Per il
giudice di Milano, Stefania Donadeo, le undici telefonate tra Berlusconi e Iris
Berardi e Barbara Guerra, “appaiono rilevanti” perché dimostrerebbero le
“trattative” per elargire “alle due donne somme di denaro” e regalare loro
“immobili” in cambio di una sorta di “lealtà processuale” nei suoi confronti.
Si tratta di intercettazioni che risalgono al 2012, quando Berlusconi era
ancora senatore, e che sono state effettuate in un’altra indagine con al centro
una presunta truffa su finanziamenti pubblici, archiviata. Tuttavia, quelle
telefonate erano poi state recuperate dagli inquirenti ed inserite nel
fascicolo Ruby ter. Il giudice nel provvedimento chiariva che sono
conversazioni cosiddette “casuali”, ossia i pm non potevano prevedere “che si
sarebbe intercettato il Parlamentare” e quindi non avevano l’obbligo di
chiedere all’epoca l’autorizzazione al Parlamento.“Non dovrebbero esservi
elementi ostativi” all’autorizzazione da parte del Parlamento affinché entrino
nel procedimento, anche perché Berlusconi, nel frattempo, “è stato dichiarato
decaduto” dalla carica. Nelle nove pagine della richiesta al Senato il gip
ricostruiva anche alcuni passaggi delle telefonate intercettate tra l’aprile e
l’agosto del 2012 “nel pieno svolgimento nell’istruttoria dibattimentale
relativa ai processi” sul caso Ruby. Conversazioni nelle quali alle “pressanti
richieste” delle due giovani, in passato ospiti delle serate ad Arcore, “di
adempimento degli obblighi di dazione di quanto promesso”, Berlusconi
“subordina” il loro “atteggiamento processuale”. L’ex Cavaliere, infatti,
chiese “esplicitamente a Barbara Guerra di convincere Iris Berardi a revocare
la costituzione di parte civile” e nella telefonata del 12 aprile 2012 la
showgirl “confermava a Berlusconi che avrebbe messo ‘i suoi buoni uffici’ per
convincere ‘la matta’”, ossia Berardi, “ad abbandonare la strada scelta”. E dal
diario della brasiliana, si legge ancora nel provvedimento, “si evince ancor
più quanto e perché Berlusconi dovesse temere la deposizione testimoniale della
stessa, atteso che vi si fa esplicito riferimento ad una relazione di tipo
prostitutivo tra i due quando la Berardi era ancora minorenne”.Le due
‘olgettine’, dopo essersi costituite parti civili nel processo Ruby bis a
carico di Fede, Mora e Minetti, ritirarono la loro costituzione. E nelle
intercettazioni, come scriveva il gip, Berlusconi “non esitava ad ordinare alla
Guerra” di revocarla, chiamando la revoca “quella cosa li’”. Tanto che le due
ragazze “sono state poi destinatarie, a titolo di comodato gratuito (…) di due
ville del valore di circa un milione di euro l’una”. E Se Guerra continuava
nelle sue pressanti richieste di soldi anche per “potersi consentire una
‘meritata’ vacanza di un mese”, Berardi, il 15 maggio 2012, rifiutava la
proposta di Berlusconi di un lavoro da “centralinista” perché “non era disposta
a lavorare per mille euro al mese“. E il 22 giugno l’ex premier prometteva
anche “alla Berardi un aiuto economico per l’acquisto di un pulmino”.
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