Lotta al cambiamento climatico, misure specifiche nei nuovi Psr


Per quanto i Psr 2014-2020 siano ancora in fase di approvazione ed il loro contenuto debba considerarsi ancora non definitivo, è interessante notare, sin d’ora, il livello di attenzione riservato al tema dei cambiamenti climatici, e, in particolare, agli obiettivi legati alla loro mitigazione, attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra e/o la promozione del sequestro del carbonio.
Si ricorda come la mitigazione climatica, insieme all'adattamento, rivesta un ruolo importante nella nuova programmazione, rappresentando uno dei tre obiettivi trasversali alla cui realizzazione tutte le priorità dell'Unione per lo sviluppo rurale devono contribuire. Nel Reg. 1305/2013, infatti, troviamo una priorità specifica, direttamente riconducibile all'obiettivo, in quanto volta a "incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e
forestale".
Per quanto riguarda specificatamente la mitigazione, all'interno della citata priorità (la n. 5) sono individuate due focus area (FA), la 5.D: "ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura", e la 5.E: "promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale".
Analizzando la sensibilità regionale per la tematica, che complessivamente risulta abbastanza diffusa,  si rileva, però, che tra le due focus area, la più presente nelle strategie programmatorie dei Psr 2014-2020 è sicuramente la 5.E, e cioè quella relativa a conservazione e sequestro del carbonio, che risulta evidenziata da ben 20 Regioni e province autonome italiane (con la sola esclusione della Valle d'Aosta). Sono invece 18 le Amministrazioni che hanno previsto la FA 5.D, tarata sulla riduzione delle emissioni (tra queste non compaiono Valle d'Aosta, Abruzzo e Sardegna, mentre la provincia di Trento presenta solo misure a impatto indiretto).
E’ interessante anche osservare quali sono le misure maggiormente selezionate dalle Regioni, in relazione a queste due focus area. Al proposito si ricorda che il già citato regolamento 1305/2013 sullo sviluppo rurale, nella premessa, fornisce una prima indicazione di massima sulle modalità con cui attuare la strategia mitigazione dei cambiamenti climatici, che sostanzialmente si concentra sul contenimento delle emissioni di carbonio nel settore agricolo e forestale (provenienti principalmente da fonti come l'allevamento zootecnico e l'uso di fertilizzanti (vedi settore 4. Agricoltura), sulla salvaguardia dei depositi di carbonio (i cosiddetti carbon sink) oltreché sul  potenziamento del sequestro del carbonio in relazione all'uso del suolo, al cambiamento della destinazione d'uso del suolo e alla silvicoltura (vedi settore 5. Lulucf).
Ecco che, allora, nel campo della promozione della conservazione e del sequestro del carbonio, nell'ambito della Focus Area 5.E, la misura più frequentemente selezionata a livello regionale risulta essere la M8 - "investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste". Questa risulta prevista da 20 Regioni con impatto diretto e una con impatto indiretto, dimostrando un chiaro riconoscimento del ruolo potenziale delle foreste nella conservazione e nel sequestro del carbonio, soprattutto in relazione alla sottomisura che finanzia direttamente i costi d'impianto e di mantenimento legati a forestazione/imboschimento.
Abbiamo poi la misura M16 - "cooperazione", adottata da 16 Regioni, con all'interno soprattutto la sottomisura specifica per il "sostegno azioni congiunte per la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento ad esso e sostegno per approcci comuni ai progetti e alle pratiche ambientali in corso". Un ruolo diffuso è svolto anche dalle misure M1 (trasferimento delle conoscenze e azioni di informazione) e M2 (consulenza e assistenza aziendale, entrambe adottate da 12 Regioni, nonché quella sui pagamenti agro-climatico-ambientali (M10), presente nei Psr di 10 Regioni.
Per quanto riguarda, invece, la riduzione delle emissioni, le misure più citate nell'ambito della relativa focus area risultano essere la M16 (cooperazione), adottata da 14 Regioni, a cui fanno seguito la M1 (conoscenza e informazione) e la M2 (consulenza e assistenza aziendale) adottate, entrambe, da 12 Regioni. Da citare anche la misura M4 (investimenti in immobilizzazioni materiali) e la M10 (pagamenti agro-climatico-ambientali), entrambe inserite nei Psr di 10 Regioni.
Si rileva, inoltre, non senza sorpresa, che alla misura M11 (agricoltura biologica) non viene riconosciuto di fatto un vero e proprio ruolo in tema di mitigazione dei cambiamenti climatici, nonostante, come è noto, l’agricoltura biologica contribuisca in modo molto consistente alla conservazione del carbonio nei suoli. Nonostante ciò, questa misura, attualmente,  compare solo nella Focus Area 5.E e risulta selezionata solo da una Regione.
In chiusura si ricorda, tuttavia, che queste elaborazioni (che traggono spunto da una analisi condotta da Franca Ciccarelli, Letizia Atorino e Augusto Buglione e recentemente pubblicata su Pianeta Psr)  devono considerarsi semplicemente indicative, considerando anche la difficoltà di prevedere, a prescindere dalle misure e sotto misure inserite nei Programmi, gli effettivi contenuti degli interventi che le Regioni intendono finanziare per il raggiungimento degli obiettivi previsti.
Coldiretti Alessandria   

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