CISL sul sentenza Eternit: Nonostante il dolore e la rabbia, la nostra lotta per ottenere giustizia non si fermerà
Motivazioni
sentenza Eternit:
A
commento delle motivazioni sulla sentenza di cassazione dell’Eternit, su “La
Stampa” di martedì 24 febbraio abbiamo letto due articoli significativi.
Il
primo di Silvana Mossano dal titolo “Senza quel processo la lotta all’amianto
adesso sarebbe ferma” , dal momento che la mobilitazione ha portato i soldi per
le bonifiche la rete fra i centri di ricerca e una visibilità mondiale. Il
secondo di Michele Brambilla
intitolato “Chi ha chiesto giustizia ha vinto lo stesso”.
Il
concetto espresso nei due articoli da noi condivisi è lo stesso: questa
battaglia trentennale per ottenere giustizia, portata avanti dai familiari
delle vittime e dalle vittime stesse con Afeva e le organizzazioni sindacali
Cgil-Cisl-Uil con un’enorme partecipazione, ha portato a casa risultati
straordinari:
-
Casale Monferrato alla ribalta mondiale come città simbolo della lotta
all’amianto.
-
La legge che vieta la produzione e la commercializzazione dei prodotti
contenenti amianto (per una volta l’Italia prima in Europa in termini
positivi).
-
La conferenza nazionale di Venezia, sul “Piano nazionale Amianto” che ha
costruito le linee guida di
intervento
e ha assegnato i fondi per le bonifiche dei siti contaminati.
-
La creazione dell’UFIM ( Unità Funzionale Mesotelioma) che unisce gli ospedali
di Casale e Alessandria in rete con Università e centri di cura specializzati
per l’assistenza , la cura, la sperimentazione e la ricerca sul mesotelioma.
-
Fondi (65 milioni di euro in tre anni per il sito di Casale M.to) per il
completamento delle bonifiche.
Ma
soprattutto l’eco del processo Eternit ha portato alla ribalta le carenze della
legislazione italiana in tema di disastri ambientali e di prescrizione dei
reati stessi.
Il
Presidente del Consiglio si è impegnato ad agire su questi temi: proprio in
questi giorni, dopo un anno di stallo, riprende in Senato la discussione sulle
modifiche della legislazione sui reati ambientali.
Tutto
questo è storia, la nostra storia, fatta di tante persone che ci hanno creduto
fino in fondo, che hanno fatto un mare di sacrifici, che si sono spese
tantissimo. A Romana Blasotti Pavesi, per tutti, ancora il nostro grazie.
Alla
luce di tutto questo, leggere le motivazioni della Cassazione rinnova il
dolore, la rabbia e l’incredulità patiti a Roma il 19 novembre.
Dagli
atti dei processi di 1° e 2° grado la Corte sapeva benissimo che la latenza
dell’insorgere del mesotelioma (condivisa
da tutti gli epidemiologi) va dai 15-30 e anche 40 anni e oltre dalla
inalazione delle fibre di asbesto, perciò prescrivere il reato da prima del
processo di 1° grado, perché l’azienda ha chiuso nel 1986, (abbandonata senza
nessuna bonifica, perciò continuando l’inquinamento) è un non senso, una beffa
alle vittime, una cancellazione della realtà, un’ingiustizia.
Con
la partecipazione che ci ha sempre contraddistinto continueremo unitariamente
la lotta per avere giustizia, mettendo in piedi tutte le iniziative che
riterremo necessarie, a partire dall’Eternit-bis, richiamando gli impegni che
il Governo si è preso con noi, per una volta a tutela delle vittime.
Tonio
Anselmo, Segretario Cisl
Alessandria-Asti
Luciano
Bortolotto, Cisl Casale Monferrato
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