Una domanda, by Giancarlo Patrucco


by Giancarlo Patrucco
Quando leggo i titoli e gli occhielli dei giornali. Quando ascolto i politici intervistati dai telegiornali. Quando vedo i talk show in televisione. Quando do un’occhiata ai risultati degli studi di ricerca.. Quando leggo, vedo, sento tutto questo brulicare di mugugni, insoddisfazioni, lamenti, richieste, diagnosi e impietosi commenti sull’attività del Governo Renzi, mi viene sempre in mente una domanda, una sola: il problema è esclusivamente Renzi? Tutto lì? Sparito lui, ogni cosa tornerebbe a posto, la nave riprenderebbe il mare e noi andremmo incontro a un periodo non dico prospero, ma meno micragnoso di quello che stiamo attraversando? 
Perché – mi chiedo – se le cose stanno così, se il mio dubbio ha un fondamento, allora bisogna andare in piazza subito, portare le bandiere, chiedere le elezioni anticipate, battere il governo in Parlamento, cacciare “l’ebetino di Firenze” e fare una nuova maggioranza, esprimere un nuovo leader che ci porti finalmente fuori da questa recessione del cavolo. Come mai ce l’hanno fatta gli Americani, stanno crescendo Tedeschi, Spagnoli, Inglesi, Olandesi, Svedesi, Belgi, Svizzeri, Austriaci, mentre le Tigri Orientali viaggiano sopra il 5% e noi ci arrabattiamo con il – 0,1, - 0,2, se ci andrà bene nel 2015, + qualche decimale per cento?
Già, ma quale maggioranza facciamo e, soprattutto, quale premier? 
Se andassimo a votare questa primavera, con il consultellum che deriva dalle modifiche all’attuale legge elettorale imposte da un pronunciamento della Corte Costituzionale, saremmo praticamente certi di non avere una maggioranza uscita dalle urne. Bisognerebbe cercarla in Parlamento, tornando all’usueta pratica della spartizione delle poltrone e
della politica del sottobanco che ha imperversato per decenni. Viste le tendenze in atto, dove Salvini avanza con gli scarponi chiodati sulle macerie del centro-destra e Grillo non riesce a staccare la presa dal frullatore, il meglio che ci può capitare è una nuova edizione del governo delle larghe intese, con Berlusconi Alfano Casini e chi arriva al traguardo delle primarie del PD.

Potrebbe anche essere Renzi. Perché no?
Obiezione: ci sono altri leader della sinistra che magari riuscirebbero a vincere la partita.
E chi, di grazia? Cuperlo le ha già prese secche una volta. Fassina ci ha messo anni a distinguersi dal suo quasi omologo Fassino. Bersani D’Alema Bindi Finocchiaro hanno già dato. Civati è una speranza e poco più.
Uno che esca dalle file della Cgil: Landini? Ma lo vedete, voi, Landini fare le larghe intese con Berlusconi? Io no. 
Quindi, ben che vada, potremmo ritrovarci a giugno con un patto del Nazzareno2. Se, poi, ci va male, con un patto del Nazzareno2 che esibisce un nuovo tecnico alla Monti come Presidente del Consiglio, con tutto quel che ne segue e consegue. Lo spread che deve di nuovo esser fatto scendere dalle vette già raggiunte dopo la caduta del governo Renzi, i conti da riportare nuovamente sotto controllo, le sollecitazioni sempre più pressanti della troyka, le agenzie di rating che devono inventarsi nuove, più basse classificazioni rispetto alle attuali. Nuove emergenze, nuove misure, nuovo rigore. 
Lontana da me l’idea che quello di Renzi sia il miglior governo in assoluto. Lontana da me l’idea che lui sia il miglior premier in assoluto. Sono soltanto il miglior governo e il miglior premier possibili. Dopo Berlusconi, dopo Monti, dopo Letta, questa è l’unica carta che possiamo giocarci. Deve cercare di giocarsela bene lui, il Matteo, facendo muovere questo Paese paralizzato da decenni di immobilità e di incuria. Deve cercare di giocarsela bene la sinistra, orientando le politiche in corso a una maggiore equità e a una più efficace programmazione degli interventi a favore dei più deboli. Il resto è soltanto rissa, quella che piace tanto ai politici e molto meno agli elettori.
Non fate il Tafazzi di antica memoria. Non conviene a nessuno.

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