Feste, by Claudia Pessarelli
Quando si espatria si deve mettere in conto innanzitutto la lontananza dalla famiglia di origine. Se durante l'anno la lontananza puo` essere sopportata, diventa un dolore durante le feste. Non dico nulla di nuovo vero?
In questi giorni i post su Facebook dei gruppi di expat sono tutti un misto di eccitazione se si ritorna in Italia o di tristezza se in Italia non si puo` andare.
Alla seconda categoria di expat appartengo io. Sono quattro anni che non andiamo in Italia durante l'inverno. Colpa della figlia e della sua scuola prima, colpa di nessuno ora, se non il fatto che non abbiamo piu` una casa nostra ora e ritorniamo in una casa vuota e chiusa, dove i ricordi sono diventati il dolore per persone che non sono piu` con noi e durante le festivita`questo si sente ancora di piu`. L'ultimo Natale trascorso in Italia e` stato l'ultimo prima che la mamma di mio marito ci lasciasse.
Il Natale successivo erano venuti qui mia mamma e mio fratello, che sono tutta la famiglia che ho e l'anno scorso di nuovo. Invece due anni fa avevamo deciso di andare a sciare in Colorado e devo dire che, nonostante i luoghi fossero bellissimi, il Natale in albergo non e` il mio modo preferito di trascorrere la festa. Ci era mancata la rilassatezza della mattina di Natale in pigiama ad aprire i regali nella nostra casa decorata, davanti al camino schioppettante. Per non parlare poi della cena di Natale quando sembravamo la famiglia del film A Christmas Story dove la famiglia ordinava cibo cinese perche` non aveva organizzato niente:ecco, noi uguale..
Non avevamo prenotato nulla perche` eravamo arrivati li` il giorno prima e ci siamo ritrovati a mangiare messicano in un postaccio perche` era l'unico posto dove avevamo trovato un tavolo ( ci credo!)
Insomma a Natale si sta bene a casa e casa per noi ormai e` qui.
Ma quest'anno a Natale mia mamma e mio fratello non sono potuti venire e nessun altro e` arrivato dall'Italia. La nostalgia per quelle belle feste con le famiglie unite di fratelli, cugini, zii ,nonni e parenti allora diventa ancora piu` forte.
E immagino questo soprattutto per mio marito, che la famiglia grande ed unita l'ha sempre avuta, almeno in apparenza, con tradizioni che dalle sue erano diventate le mie ed avevano incluso anche la mia famiglia. Da dopo sposati i pranzi di Natale erano sempre stati a casa sua, ma anno dopo anno sempre con meno persone ed incredibilmente quando siamo partiti, il nostro ritorno all'ultimo momento era diventato una scusa per trovare altri luoghi dove ritrovarsi a festeggiare senza di noi.
Gli ultimi anni i Natali erano diventati un affare di poche persone, anche se sempre era bello poter stare insieme con le persone che effettivamente ci tenevano a vederci. Triste realizzare chi veramente ti vuole bene. Il Natale ti sbatte in faccia la cruda realta`: lontano dalla falsita` della convenienza, la differenza tra chi non vede l'ora che tu scenda la scaletta dell'aereo e chi non solo non e` mai venuto a trovarci qui, pur avendo le possibilita` economiche per farlo, ma che non fa neanche 100 km per rivedere persone che stanno dall'altra parte del mondo, ti viene sbattuta in faccia nella sua chiarezza.
Allora scopri che, con eccezioni che scaldano il cuore, non sempre e` il legame di sangue che fa quella che si deve
considerare famiglia.
Ci sono persone che si fanno in quattro per poter stare con noi, che si fiondano il pomeriggio che arriviamo in Italia per poterci riabbracciare e non si fanno problemi a vederci ciondolare a causa del fuso orario, che arrivano da luoghi lontani dell'Italia e non ci fanno andare via senza che acconsentiamo ad una rimpatriata, che ci vengono a prendere o ci portano in aereoporto per poter stare con noi fino all'ultimo momento e che arrivano a trovarci perche` sono in zona ( New York..si` proprio dietro l'angolo).
E` con questo spirito che sto preparando la camera degli "ospiti" , contando le ore che ci separano dall'arrivo dei nostri fratelli, che di DNA in comune con noi non ne hanno, ma che sono piu` fratelli di altri.
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