L’associazione Gabbie Vuote: “Il sindaco Nardella rifiuta il dialogo”
LETTERA APERTA AL SINDACO DI FIRENZE: SI ACCETTANO MIRACOLI !
La RegioneToscana, in considerazione delle accertate difficoltà delle istituzioni democratiche ad essere compiutamente rappresentative dei cittadini, dal distacco e dalla disaffezione che spesso caratterizzano il rapporto tra cittadini e istituzioni, con la legge 27 dicembre 2007, n. 69, ha emanato i principi della democrazia partecipativa che recitano:
Art. 1 comma 1
1. La partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali è un diritto; la presente legge promuove forme e strumenti di partecipa-
zione democratica che rendano effettivo questo diritto.
Art. 1 comma 3
3. La presente legge persegue altresì gli obiettivi di:
a) contribuire a rinnovare la democrazia e le sue istituzioni integrandola con pratiche, processi e strumenti di democrazia partecipativa;
b) promuovere la partecipazione come forma ordinaria di amministrazione e di governo della Regione in tutti i settori e a tutti i livelli amministrativi;
c) rafforzare, attraverso la partecipazione degli abitanti, la capacità di costruzione, definizione ed elaborazione delle
politiche pubbliche;
d) creare e favorire nuove forme di scambio e di comunicazione tra le istituzioni e la società;
e) contribuire ad una più elevata coesione sociale, attraverso la diffusione della cultura della partecipazione e la valorizzazione di tutte le forme di impegno civico;
f) contribuire alla parità di genere;
g) favorire l’inclusione dei soggetti deboli e l’emersione di interessi diffusi o scarsamente rappresentati
Esiste poi la legge sul volontariato 11 agosto 1991, n.266 che all'art. 1 comma 1 recita: "La Repubblica italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l’autonomia e ne favorisce l’apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuato dallo Stato, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali".
Premesso quanto sopra, sappiamo che la Regione Toscana è una delle regioni con il più alto livello di associazionismo, è una regione storicamente caratterizzata da un forte e diffuso spirito civico ma noi, associazioni di volontariato animalista e antispecista, rappresentiamo quel punto "g" dell'art. 1 comma 3, della L.R. 69/2007 ovvero quel soggetto debole i cui interessi diffusi sono scarsamente rappresentati.
PERCHE' ?
Perchè il sindaco di Firenze non dialoga con le associazioni, non dialoga con i cittadini, non dialoga con singole personalità etiche e culturali, NON DIALOGA proprio.
Sigillato nel suo ruolo gerarchico, consacrato al comando monocorde, imperturbabile nella sua ieratica investitura, il sindaco di Firenze non ci considera soggetti che rappresentano gli interessi diffusi, con cui dialogare alla stregua di quelli cui la legge si rivolge quando parla di democrazia partecipativa e mentre alcuni comuni, come Roma e Torino, hanno istituito l'URC (Ufficio per i Rapporti con i Cittadini), il sindaco Nardella non solo non intrattiene rapporti di democrazia partecipativa ma neppure risponde alle lettere, numerose, educatamente inviate, educatamente sollecitate, maleducatamente ignorate.
COSA ABBIAMO CHIESTO ?
Da anni, chiediamo il rispetto per gli altri esseri viventi, esseri senzienti come dichiara l'art. 13 del Trattato di Lisbona, esseri che sanno soffrire, che hanno una vita, relazioni, comportamenti, emozioni. Alcune delle nostre richieste, dettagliatamente e recentemente illustrate erano:ì
1) che il circo con animali selvatici non attendasse a Firenze perchè avrebbe leso le linee guida Cites, il Regolamento comunale e la legge regionale 59/2009;
2) che venissero vietati i botti di capodanno che spaventano e mettono in fuga gli animali con loro e altrui pericolo, sull'esempio di varie città italiane;
2) che la Consulta comunale per a tutela degli animali venisse ricostituita;
.......
Se chi amministra una città non è capace di ascoltare, approfondire e anche accettare le opinioni altrui, di valorizzare i bisogni dei propri concittadini nonostante non li condivida, sappia almeno confrontarsi con i grandi modelli etico-culturali che ci hanno preceduto e che ammiriamo (San Francesco, Gandhi, Leonardo, Einstein, ecc.) senza mai veramente accoglierli.
Forse è chiedere troppo a chi fa orecchie da mercante, ma si accettano miracoli!.
Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Firenze
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