Decoro contro umanità. Anche a Natale
Le due grandi patologie del ventesimo secolo, fascismi e
comunismi, sotto mentite spoglie si fanno presenti e spingono il mondo
all’indietro. Sullo sfondo noi, quasi tutti silenti
Nel
corso di un seminario rivolto a delle assistenti sociali, avevo ricordato alle
persone presenti che solo per un caso si trovano da questa parte della
scrivania mentre i loro ospiti siedono dall’ altro lato. I
palchi di proscenio nella vita sono spesso assegnati tramite oscuri sorteggi, circostanze, semplici
casualità, ragione per la quale non
è il caso di prendersi troppo sul serio, magari facendo sfoggio di superbia
all’indirizzo di coloro che sono finiti nel loggione. Sarebbe
carino se il Sindaco di Como, Mario
Landriscina, leggesse quell’
ammonimento e ne facesse tesoro, noi
siamo effimeri, diventiamo presto
cibo per gli insetti, non somigliamo all’ atomo del ferro, il più stabile
di tutto l’universo. Così dice la fisica, ma neppure questo possiamo dare per
sicuro.Ovviamente talune cose non accadono solo a Como,
sebbene siano più probabili nelle città governate dal Centrodestra. Non si verificano neppure soltanto nelle
vicinanze del Natale, la cultura
dell’egoismo è tenace tutto l’anno. Il Sindaco della città lariana nei
giorni scorsi aveva firmato un’ordinanza che vieta alle associazioni di
volontariato di distribuire la colazione ai senzatetto, che dormono presso
alcuni siti del centro.Coloro che firmano ordinanze del genere
tendono a nascondersi dietro parole apparentemente ‘giuste‘, come
sicurezza e decoro, ma in realtà
l’obiettivo sono gli intrusi, i
parenti poveri, i diversi, bersagli di tutta la destra europea. Ma se quest’area politica, pure nelle
specificità nazionali, è così
sfacciatamente accomunata in un sentimento avverso agli estranei, ci deve essere qualcosa di più profondo,
reperibile nel Dna di chi si riconosce nella destra.
Non
si riflette mai abbastanza su questo particolare, trovando comodo assimilare
destra e sinistra ma, al netto degli attori che guidano i destini di tali
schieramenti, tra i due lati del muro
esistono visioni dell’uomo opposte, non conciliabili, alimentate da due
premesse che informano il pensiero dell’una e dell’altra parte, generando le
conseguenze che siamo abituati a registrare. L’individualismo per la destra, il solidarismo
per la sinistra.Per tale ragione sui
diritti non c’è partita, il progressismo è qualche secolo più avanti, basta
dare un’occhiata alle leggi approvate negli ultimi quattro anni per averne
contezza. Ne sono arrivate una sequela: quella sul divorzio breve, quella sulle
unioni civili, la legge sul dopo di noi, quella sul femminicidio, quella contro
il caporalato, la legge sull’autismo e quella che introduce il reato di
tortura. Adesso è giunta la norma sul biotestamento e speriamo arrivi quella
sullo Ius soli.Sui diritti la destra annaspa, è pericolosamente
ferma ad un’idea della politica ancestrale, al cui centro c’è un uomo pieno di
paure, in perenne lotta per la femmina e il territorio, per la ‘roba’ di
verghiana memoria.Possono sembrare giustapposizioni di comodo,
semplificazioni, ma solo chi si balocca in certi esercizi astratti, così simili
a volute di fumo, come accade a molti intellettuali italiani, può invocare tale
scusa, perché la realtà, soprattutto quella che non prevede curve a gomito ma
si manifesta così com’è, non ammette tali orpelli. Nei giorni scorsi mi trovavo
in Abruzzo per lavoro, passando per una via dedicata a Ennio Flaiano mi è tornato in mente uno
degli aforismi più urticanti dello scrittore pescarese: «In
Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco». Per una volta dovremmo tornare all’essenziale, evitando di
infilarci in quei ragionamenti zeppi di distinguo, dove si smarrisce la vera
ragione per la quale tutto sembra esistere. La
persona.Se nel mondo vengono censiti 260 milioni di migranti,
come ricorda l’ultimo dossier dell’Onu, qualche
motivo ci sarà. È vero, essi sono
scomodi, lo sono per l’ingombro fisico, perché si vedono e urtano il senso estetico dei benpensanti,
ma ancora di più lo sono per quello
psicologico, giacché ci pongono
domande a cui siamo costretti a rispondere con la rimozione oppure con
l’intellettualizzazione di un problema che, purtroppo per noi, non si presta ai giochi del pensiero,
giacché lo stomaco viene prima e reclama la sua parte.Il sindaco di Como
sarà pure una brava persona, non ne dubito, ma è evidente che non si oppone al
fiume della destra, impetuoso e travolgente, cui lui stesso fornisce energia,
con la sua appartenenza e le sue azioni. Del resto non si comprende la ragione
per la quale dovrebbe opporsi, in fondo non fa altro che il suo mestiere, ciò
per cui i suoi concittadini lo avevano votato questa primavera.Tutto
qui, non c’è nessuno scandalo, la destra fa la destra. Sono le persone che la scelgono a doversi porre
delle domande, ma se dopo un secolo di disastri il suo gradimento è ancora
così alto, è l’intera Europa che
necessita di riflessione, chiedendosi come mai interi popoli possono
comportarsi in maniera rapace e disumana, quando si recano a casa d’altri,
compiendo scempi è genocidi, mentre possono mostrare cinismo, inospitalità e
insofferenza quando chi non riesce a vivere compie qualche passo fuori dal
proprio recinto, materializzandosi nelle nostre belle città.Le due
grandi patologie del ventesimo secolo, fascismi
e comunismi, sotto mentite spoglie
si fanno presenti e spingono il mondo all’indietro. Le piccole marionette
che ne tengono vivo il sinistro messaggio, ignare della loro pochezza,
diligenti ne perpetuano il veleno.
Sullo sfondo noi, quasi
tutti silenti, per lo più acquattati dietro le spalle di un piccolo Sindaco
di provincia, a cui deleghiamo il lavoro sporco. Sarà
così fino a quando la tempesta non lambirà le nostre vite, perché
succederà, è solo questione di tempo. Solo allora ci
ricorderemo che quando potevamo ancora fare qualcosa scegliemmo di essere
spettatori passivi. Dunque, complici.
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