Borsalino è anche Museo del Cappello,di Lia Tommi
di Lia Tommi, Alessandria
In un momento di grande difficoltà per l’azienda, in
cui spontaneamente nascono Comitati e iniziative in sua
difesa, ricordiamo che per fissare la memoria della storia di
questo prodotto , ricostruirne la storia e raccontare le relazioni tra la
città di Alessandria e la fabbrica, è nato, nel 2006, il
Museo del Cappello, per volere del Comune di Alessandria e della Borsalino
Spa. Nato ufficialmente il 4 aprile del 1857, nel 2017 il cappello
Borsalino ha festeggiato i 160 anni di età, anche se non li dimostra.
Il Museo è ospitato nella vecchia Sala Campioni del Palazzo Borsalino di
via Cavour, 84, utilizzata negli anni ’20 per catalogare ed esporre i
prototipi, i modelli, i campioni colore creati dalla Borsalino. L’esposizione è arricchita
da forme di legno, le classiche cappelliere porta-cappelli, per meglio
evidenziare il patrimonio estetico e culturale dell’azienda. Il
Museo, aperto al pubblico il sabato e la domenica dalle 16 alle 19, organizza visite
guidate per scolaresche, per privati ed esperti del settore. Ospita
circa 2000 cappelli, esposti negli storici armadi in stile
Chippendale, realizzati negli anni ’20 da Arnaldo Gardella per la
Sala Campioni. L’allestimento propone un percorso circolare e tematico,
composto da pannelli illustrativi e da video che raccontano la
storia della lavorazione del cappello, la diffusione dei cappellai,
l’evoluzione dell’industria del cappello dall’800 ai giorni nostri,
lo sviluppo della fabbrica, le opere benefiche della famiglia Borsalino e
il suo rapporto con la città, ma anche con le storiche lavoratrici:
“le borsaline”.L’ultima parte del percorso presenta la produzione
dell’attuale stabilimento, tra tradizione e innovazione. E
gli alessandrini rifiutano l’idea che tutto questo possa diventare pura
archeologia e non abbia continuità nel futuro.
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