Borsalino, piccole aperture. Però adesso è il marchio della discordia a fare paura
Alessandria: Borsalino, tutti si impegnano. Però con quali garanzie
reali? Per la storica azienda di cappelli di Alessandria si registra un solo
punto fermo, al momento: Stefano Ambrosini e Paola
Barisone, curatori fallimentari,
annunciano di fronte ai sindacati che “l’affitto del ramo di azienda alla Haeres Equita di Philippe Camperio (nella foto) proseguirà fino al 31 maggio”. Ma confermano
anche di volere arrivare entro questa data con tutte le procedure concluse per
la vendita all’asta.Anzi, di arrivarci magari anche prima di maggio.
Camperio, dal canto suo, ribadisce la volontà di restare e di prepararsi per
concorrere all’asta. Alcuni lavoratori all’uscita dallo stabilimento in zona D5
a Spinetta Marengo non si dicono del tutto soddisfatti. “Per ora la produzione
continua, vedremo” sono le parole che si ripetono, senza eccessiva convinzione.Un umore simile a quello dei sindacati di
categoria, prudenti e attendisti in questa fase. Maria Iennaco della Cgil,
Claudio Cavallaretto della Cisl ed Elio Bricola della Uil sono soddisfatti per
le assicurazioni dei curatori fallimentari che parlano della “necessità di
proseguire l’attività”, meno invece per tutto il resto.“Ci sono molti
aspetti che non si riescono a decifrare, ad alcune domande i due curatori non
hanno risposto e restano parecchi interrogativi relativi alle procedure” dice
Bricola. “Pare quasi di essere tornati al punto di partenza, con la palla che
ora è nelle mani dei curatori e i 134 dipendenti sono costretti a vivere giorno
per giorno” aggiunge Cavallaretto.È però il marchio ‘Borsalino’ adesso a
fare paura. L’imprenditore italo-svizzero con la società appositamente
costituita in Italia (la sede legale è a Valenza nello studio del
commercialista Carlo Frascarolo) è nel mirino dei magistrati, che formulano pesanti
contestazioni e riserve sulle modalità di acquisizione da Mediocredito.Con
una azienda fallita, da un lato, e un marchio che potrebbe non essere posseduto
in modo del tutto legittimo da parte della Haeres Equita, per la Borsalino si
annuncia un 2018 in salita. Non mancano poi le ipotesi di un ricorso alla Corte
di Appello di Torino da parte della Borsalino Spa, destinato a complicare le
cose e allungare i tempi.
Intanto Alessandria lancia proclami di solidarietà e in molti
chiedono di trovare “soluzioni per salvare l’azienda”, oltre ad annunciare
iniziative, eventi estemporanei, mostre e altro per celebrare il cappello e il
marchio nati 160 anni fa. Peccato tutto appaia come la classica ‘stalla che si
chiude’ quando ormai è tardi.
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