Il Pinot Nero dell’Oltrepò premiato dal Gambero Rosso
Sono otto i magnifici vini che hanno meritato il
massimo riconoscimento dei tre bicchieri, nell’ultima edizione di “Vini
d’Italia” (2018) del Gambero Rosso. Tutti ottenuti con Pinot nero.
Otto vini, espressione di otto aziende a loro volta rappresentazione della
zona. Medio piccole imprese, a conduzione famigliare, tasselli del puzzle
complicato che l’Oltrepò rappresenta, tipo 40.000 pezzi della Ravensburger da
provare e riprovare, chiamare più avventori intorno al tavolo finché la scena
comincia a prendere forma.
Nel grande rompicapo che questo territorio rappresenta, troppo ampio e
diversificato, troppo ricco di microclimi e microzone, troppo individualista,
troppo originale, troppo legato al passato, s’incomincia a delineare
un’identità comune. È come un fil rouge che unisce serpeggiando da ovest a est,
a diverse altitudini, diverse esposizioni, un filo immaginario che ha il nome
reale, tangibile, di Pinot Nero. Le otto etichette dell’Oltrepò premiate nella
guida Gambero Rosso 2018, sono tutte da Pinot Nero. Come dire che si è
ufficialmente svelata l’anima più intima di questa terra, la peculiarità che
molte altre regioni ci invidiano e che, senza nulla togliere all’autoctona
Croatina e agli altri vitigni che concorrono a vini altrettanto prestigiosi, è
proprio il Pinot Nero l’asso nella manica che aspettava di essere giocato.
Oltre vi presenta gli Spumanti Metodo Classico Ballabio Extra Brut
Farfalla, Monsupello Brut Rosé, Brut Cuvée della Casa
di Bertè Cordini, Castello di Cogognola “More” 13, Verdi
Bruno Dosage Zero Vergonberra, Fratelli Giorgi Brut Top Zero, Fratelli
Calatroni NorEma ‘13 e il Pinot nero vinificato in rosso Arfena
‘15 di Andrea Picchioni
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