Il piacere... di Charmel Roses
Il piacere con cui insidiava la mia mente era carico di angoscia e di dolore.
Lo donava e lo prendeva, esigendo il tributo della mia vergogna. In tal modo, accresceva la mia dipendenza e mi poneva in quello stato di profonda prostrazione che mi induceva ad obbedire ad ogni suo comando.
La temevo, ero terrorizzato dal potere che esercitava e dalla ferocia con cui mi piegava, fino quasi a spezzarmi.
Ritenevo fosse l'artefice della mia perdizione, che fosse capace di indottrinare la mia mente e persuaderla a riconoscere la necessità di quel desiderio che le consentiva di governarmi.
Temevo lei e me stesso. Temevo il suono di quel gemito che tentavo di trattenere e che si tramutava in grido, mentre cadevo in ginocchio, proclamandomi suo schiavo.
Lo donava e lo prendeva, esigendo il tributo della mia vergogna. In tal modo, accresceva la mia dipendenza e mi poneva in quello stato di profonda prostrazione che mi induceva ad obbedire ad ogni suo comando.
La temevo, ero terrorizzato dal potere che esercitava e dalla ferocia con cui mi piegava, fino quasi a spezzarmi.
Ritenevo fosse l'artefice della mia perdizione, che fosse capace di indottrinare la mia mente e persuaderla a riconoscere la necessità di quel desiderio che le consentiva di governarmi.
Temevo lei e me stesso. Temevo il suono di quel gemito che tentavo di trattenere e che si tramutava in grido, mentre cadevo in ginocchio, proclamandomi suo schiavo.
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