Oh, niente scherzi: Capalbio mai stata di sinistra

by infosannio
(di L'Intraprendente) - Ah, Capalbio. L’accento toscano, la giunta giusta giusta: di sinistra. Piddì. Certo, da quando il Piddì corrisponde a Matteo Renzi per Il Radical la sinistra è morta, ché il professor Mortadella era tutta un’altra storia. Così Capalbio, meta sinistrorsa per eccellenza, ora non è più tanto sinistrorso, in quanto Comune, meta, spazio di respiro per intellò. Questa è la news delle ultime ore s’intende, ché fino a qualche minuto prima della gaffes così non era. A cosa ci riferiamo? Quale l’inghippo? Ve lo foste perso è accaduto che la sinistra locale, che poi ricalca tanto la media nazionale (tipo che spendiamo tanto per il welfare che è bello ma con i soldi tuoi), ama gli immigrati a modi “lontano dagli occhi, vicino al cuore”. Finché vanno negli altri comuni è nobile sentimento, con gli extracomunitari. Certo, se vengono a Capalbio un pizzico meno.
Non per altro ma a Capalbio un po’ danno noia, guai a parlare di razzismo o scarsa accoglienza, mi raccomando. E’ che lì c’è poco margine per l’integrazione equosociosolidale ecologicamente corretta. Questione di wifi carente, pare. Della serie “armatevi e partite”, il motto è “accogliamo tutti, a casa vostra”. Così s’è scatenato il sospetto serpentino che alla fine da quelle parti non fossero poi tanto accoglienti. Che si trattasse di ipocrisia. Ma gli intellò di sinistra non sono ipocriti salottieri. Non tutti sono salottieri. Allora, per allontanare il vociame brutto e calunniatore ora lor signoria sinistrosità stanno chiarendo che Capalbio mai fu di sinistra, in quanto in quanto Comune, meta, spazio di respiro per intellò, appunto. Per esempio, tal Alessandro Gilioli, blogger del’Espresso, lo dice sui social: ‘Che poi io una volta ci sono stato a Capalbio (una sola, giuro, era fine anni 90, per due giorni) e ricordo di aver incrociato Chicco Testa, Giuliano Ferrara, Ferdinando Adornato, Barbara Palombelli, Franco Bassanini, Ernesto Galli della Loggia e Maria Giovanna Maglie. Ora, forse è colpa mia che non so bene cosa si intenda per “sinistra”, ma a occhio non mi è sembrato esattamente un parterre “di sinistra”, insomma’. Eccola lì, il Piddì non più Piddì, la sinistra non più sinistra, Capalbio mai stata Capalbio, parterre, quella così lì, per dire eh.Il Corriere della Sera è poi la mappa del radicalchiccoso e in quanto tale chiarisce che, tramite la persona di ‘Luciana Castellina, tra i fondatori de Il Manifesto nel 1970, ex parlamentare del Pdup e di Dp, ex europarlamentare del Pci e poi di Rifondazione, il 5 agosto ha superato splendidamente la boa degli 87 anni”. Insomma, una col curriculum in ordine. A Capalbio libri è andata nel 2011 a presentare il suo libro autobiografico La scoperta del mondo. E la chiude lì: «Per favore, smettiamola con il giochino di Capalbio simbolo della sinistra, o luogo di ritrovo solo di quell’area, sembra solo un divertimento estivo quando stiamo affrontando un problema grave e reale… Poteva essere vero un tempo, anni fa, ma adesso c’è di tutto: la sinistra, gli ex di sinistra, quelli che a sinistra non sono mai stati, la destra…». Ecco, risolto il “casone” nazionale. Quindi, ricapitolando, sui cinquanta migranti in arrivo ‘«Visto che ci siamo, vorrei affrontare la questione razionalmente e senza moralismi. C’è chi ha detto: “che vengano pure gli immigrati, ma senza bighellonare in giro”…». Si riferisce a Chicco Testa. «…vorrei dire, per tornare alla razionalità, che siamo di fronte a un processo irreversibile, di dimensioni enormi, a un problema gigantesco…»’.Che poi, Capalbio o no, il problema è come sempre dall’altra parte: «Prima di parlare della sinistra, vorrei citare i problemi provocati dalle posizioni dei vari Salvini, del centrodestra… Ma torniamo al punto. In questo caso, certo, non si può parlare teoricamente di globalizzazione, di circolazione di merci e idee, discuterci sopra e mettere da parte il vero problema che ci riguarda. Cioè l’immigrazione di massa, i flussi che vediamo. Questa, sì, è una contraddizione»’. Urge «darsi una regolata in tempo utile» (quale come dove? Mah) e considerare «quanti italiani tra il 1850 e il 1950 lasciarono il nostro Paese per emigrare? Trentuno milioni!». E il sindaco ha detto che i cinquanta sarebbero «una catastrofe lesiva dell’appeal di Capalbio», maddai, ha detto «anche altro. Cioè che è impensabile affidare alla prefettura di Grosseto tutte le decisioni, senza condivisione col territorio». Non diciamolo alla Castellina che poi questa è la stessa frase che dicono i sindaci leghisti. Insomma, Capalbio non vuole gli immigrati perché mica è di sinistra. Come «il Pd nemmeno appartiene alla sinistra. Il discorso è complesso e la faccenda riguarda anche il resto d’Europa. Il governo socialista di Hollande ha vietato il Burkini sulle spiagge. Ho smesso da quel momento di considerarlo di sinistra. Imporre alle donne come devono vestirsi rasenta il fascismo. Sì, ilfascismo…». Perché il burqa è readical e le donne arabe scelgono liberamente di girare velate, mica che appena liberate lo bruciano, le signore che erano libere già prima, come in Svizzera. E il Piddì non è più quello di una volta. Un po’ come Capalbio, dove disgrazia vuole non si spara a vista a quelli di destra.


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