Italia disarmata dalla grande finanza e trasformata in landa di consumatori
by infosannio
(Di Paolo Cirino Pomicino -barbadillo.it) - Si
potrebbe dire meglio tardi che mai ascoltando le preoccupazioni del governo
sulle mosse del finanziere francese Vincent Bollore primo azionista di Telecom
Italia e azionista importante di Mediobanca. Le preoccupazioni governative sono
innanzitutto per le generali l’ultima grande impresa insieme a Banca intesa a
controllo italiana. Ma il controllo italiano sul leone di Trieste è un
po’traballante visto che il primo azionista è Mediobanca i cui due maggiori azionisti
sono Bollore ed Unicredit a sua volta controllato da una maggioranza di fondi
arabi e americani. Gli ignoranti e forse complici direbbero subito “è il
mercato bellezza mia” mentre in realtà per venti anni è soffiato sul paese il
vento del pensiero unico secondo il quale lo Stato si sarebbe dovuto ritirare
quasi per intero dall’economia reale.
Cosi non hanno fatto Francia e Germania e
all’occorrenza anche Gran Bretagna ed Usa hanno nazionalizzato banche,
assicurazioni e finanche transitoriamente una parte dell’auto. Ma come si sa
l’Italia è un paese moderno e se lentamente stiamo diventando (o forse lo siamo
già) un mercato di consumatori e di produttori per conto terzi ebbene questo è
un prezzo della modernità che solo i conservatori francesi e tedeschi non
capiscono continuando ad avere nel proprio sistema finanziario ed industriale
una presenza pubblica. Per non parlare naturalmente dell’est del pianeta dove
la Cina non solo è diventata una grande potenza mondiale finanziaria ed
industriale ma attraverso i suoi fondi sovrani si stanno comprando pezzi
importanti dell’Europa ed in particolare dell’Italia,calcio compreso.La
modernità italiana è anche questa: ciò che si impedisce allo stato italiano ed
alle sue società pubbliche (vedi cassa depositi e prestiti o Poste) è
consentito ai fondi pubblici di ogni paese a cominciare naturalmente da quelli
dell’Oriente. E’davvero modernità o banale ed avido modernismo che fa regredire
il paese a ciò che diceva il principe di Metternich nel 1847 secondo cui
l’Italia era politicamente solo un’espressione geografica.
La svendita di
colossi industriali e bancari alla Francia
Solo per ricordare alcuni degli acquisti degli amati
francesi: Edison, Parmalat, Cariparma, Banca nazionale del Lavoro, Telecom
Italia, per non parlare della Danone e della Carrefour nel settore alimentare e
della grande distribuzione. E pensare che lo Stato francese non fece acquistare
a Giovanni Agnelli l’acqua Perrier alla fine degli anni ottanta se il ricordo
non ci tradisce. La cosa più grave di questi anni e’ stata la incapacità a
vedere il futuro, una incapacità che continua nella nostra legislazione ed
anche in quella europea. Un esempio per tutti. Come abbiamo visto in queste
ultime settimane il sistema bancario è sotto botta della speculazione
ribassista e le banche sono state private di qualunque mezzo di difesa.Una
volta con l’autorizzazione della Banca d’Italia le banche potevano comprare
azioni proprie anche oltre il limite del 5% per contrastare la speculazione
ribassista.Bene nel 2011 la commissione europea fa una proposta di legge sul
credito prudenziale che il Consiglio dei capi di Stato e di governo iniziano a
discutere il 30 novembre 2011(per noi Monti) e discutono sino al l’aprile del
2013(per noi Siniscalco ministro del tesoro) quando il parlamento europeo lo
approva il 16 aprile ed il Consiglio(per noi Letta) lo approva definitivamente
il 20 giugno del 2013 e pubblicato il 27 dello stesso mese con il numero
575/13.In questo decreto della commissione si fa obbligo alle banche di
chiedere l’autorizzazione anche per comprare solo l’1% delle proprie azioni e
comunque fino al 5% senza alcuna possibilità di deroga che precedentemente la
Banca d’Italia poteva invece dare dinanzi a tempeste borsistiche. Cosa ancora
più grave è che se le banche comprano azioni proprie il capitale di vigilanza
viene ridotto di pari importo per cui una banca sotto attacco speculativo
potrebbe fare solo un importante aumento di capitale che solo i grandi fondi
speculativi d’occidente ed i fondi sovrani orientali sono in condizioni di
sopportarli con il risultato che comprerebbero definitivamente tutto il nostro
sistema bancario a prezzi stracciati dopo la tempesta ribassista.Le banche,
dunque, ed il paese si è scientemente disarmato nella stagione della globalizzazione
e della finanziarizzazione. E’dunque ignoranza o incapacità a vedere gli
effetti di norme di questo genere o, peggio ancora complicità di tanti
autorevoli tecnici che guidano ininterrottamente la nostra economia da 22 anni?
In coscienza non sappiamo dare una risposta anche perché non siamo all’altezza
di urlare anche noi ”Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra”?
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