Finalmente burkini, by Marina Elettra Maranetto

Marina Elettra Maranetto http://www.cittafutura.al.it
L’incubo si presenta a Maggio alla prova costume. Chi per tutto l’inverno ha fatto palestra e si è concessa sedute plurime di massaggi sa di che si tratta. Ma le altre? Quelle normali, dico,quelle per le quali le vacanze sono un pensiero lontano, anche la piscina dietro casa… quelle che alla sera sono stanche da non guardarsi, quelle che s’infilano la prima cosa comoda per dormire… quelle lì non vogliamo considerarle? 
Il pensiero si risveglia con le giornate che s’allungano e gli abiti più leggeri, concedendo alle più qualche svagatezza e uno sguardo d’attenzione riposto per tutto l’inverno. S’accende la voglia di bellezza con gli occhi rivolti allo specchio, sperando che l’anno accatastato su quelli precedenti non abbia fatto troppo danno.  La luce, dalla finestra, si rifrange impietosamente sullo specchio del bagno fino a ieri rischiarato benevolmente da faretti orientati verso l’alto, non lo schiaffo luminescente che attraversa la faccia di lato. Oddio… e quelle cosa sono… sono rughe mia cara, succede a tutte prima o poi.
E’ a questo punto che il sospetto prende forma di angoscia, ti avvicini con cautela al cassetto vacanza e la mano incerta si fa agitata a cercare, tra gli indumenti da mare, l’ultimo costume acquistato che donava tanto. 
Si sarà ristretto, pensi, mentre le mani “insalsicciano” le carni dentro l’involucro elasticizzato, ma c’è qualche superfluo di corpo che, se viene spinto da una parte, fuoriesce dall’altra. Si può cambiare così nel giro d’un anno?
Si può… si può… .

Alla prova specchio non credi. Diversa. L’interno cosce ha un po’ ceduto, il gluteo non si contiene  al minimo  movimento e, a guardar bene c’è  la comparsa di qualche capillare a ciuffo, la prima brutta spia d’un futuro di pelle variegata. La mente procede ad elencare le misure da intraprendere nello spazio breve d’un mese, un monte ore di lavoro straordinario da non lasciare spazio ad un sospiro.
Poi, improvvisamente, una foto sul giornale, le cronache televisive, gli inutili commenti che ronzano inascoltati, perché la folgorazione ha le sembianze d’un miracolo: “burkini”… elegante, neanche un problema alla messa in piega del dopo bagno, dentro quel cappuccio aderente alla Eva Kant travestita da Diabolik, che se ti trucchi bene gli occhi fai ancora la tua figura. Sfumata l’inadeguatezza offerta ad occhi indiscreti, con la tuta aderente fino alla caviglia e il grazioso abitino a coprire forme imperfette. Provi la leggerezza dello spirito come anelito di libertà affermando, al contempo, l’originalità d’una scelta travestita di politicamente corretto, non di strati di cellulite.

Finalmente burkini.

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