Chi è Vincenzo Monfregola?, conosciamolo meglio


by Pier Carlo Lava
Vincenzo Monfregola nasce a Napoli nel giugno del 1976 dove tuttora vive con la propria famiglia. Frequenta l'istituto tecnico conseguendo il diploma in elettronica nonostante le sue attitudini per le materie umanistiche, infatti per riscattare la voglia di darsi alla letteratura, inizia a praticare attività culturali, diventando parte integrante di diverse redazioni giornalistiche e recensioni spesso pubblicate su libri e periodici culturali.
Partecipa anche a numerosi Concorsi Letterari, laddove trova riscontro con altrettante incentivazioni e premi classificandosi egregiamente, ne citiamo alcuni: II^ edizione Premio di letteratura Centro Studi Michelangelo, Il Molinello di Siena, Premio Megaris di Napoli, Millennium del Cenacolo Vesuviano, Prospektive di Siena, Premio Bufalino di Caserta, V^ edizione del Premio Internazionale "Città Pomigliano d'Arco", XV^ edizione del Premio Internazionale di Poesia "Giuseppe Villaroel" dell'Accademia Costantiniana di Palermo.
Contemporaneamente riesce a pubblicare alcune sue opere in diverse antologie anche scolastiche, si cita "Nuove gemme letterarie" di Carello Editore, la sua poesia viene recensita descrivendo i suoi versi brevi, agili, eppure straordinariamente intensi e significativi; sanno cogliere la realtà nel disegno dell'anima. Dedicati all'amicizia, all'amore, alla natura, sono il frutto di una poesia che libera il bisogno vitale, disseta e purifica, dipanando i suoi fili luminosi lungo i sentieri del cuore. 
Non tardi viene eletto anche Accademico d'onore della pregiatissima Accademia Costantinopoli di Palermo da mons. Viktor Busà. (biografia completa su: Scritturati: Vincenzo Monfregola si racconta a "scritturati"). Lo abbiamo intervistato, queste le sue risposte alle nostre domande:
Chi è, dove vive e cosa fa nella vita oltre a scrivere Vincenzo Monfregola?
Un domandone oserei definirlo il suo Pier Carlo Lava, spero di essere esaudiente nella risposta.
Nasco e vivo a Napoli, la mia quotidianità mi vede nelle vesti di un impiegato presso un'azienda di archiviazione per enti pubblici e privati, conduco una vita regolare come quella di tante altre persone, lavoro e nel tempo che rimane mi dedico alle cose che amo in particolar modo, tra cui la poesia.
Che influenza hanno avuto i tuoi genitori sul tuo futuro da scrittore?
Fondamentale, ma non perché loro avessero programmato questo percorso, tutt'altro, la loro educazione, i principi e i valori inculcati sin dai primi passi, il loro esempio su come affrontare ogni giorno un nuovo giorno, i sacrifice che hanno fatto per permettere ad ognuno di noi compiere degli studi adeguati per avere e portare nel tempo una buona conoscenza della cultura. 
Mio padre operaio e mia madre casalinga, due persone che con la loro umiltà mi hanno regalato la giusta visione di tutto quello che tutti i giorni scrive su pagine d’incanto la vita, mai e mai dare per scontato quanto arriva, ogni cosa rappresenta un regalo pervenuto incondizionatamente, bisogna farne tesoro ed assorbirne il senso qualunque esso sia.
Com’è nata in te la passione per la scrittura e cosa provi quando scrivi?
Come la maggior parte degli autori è nata gradualmente, non ho capito subito che si trattasse di “poesia”, l’ho scoperto scrivendo a piccoli step le emozioni del momento, gli stessi step che oggi chiamo versi. 
Sin dall’età adolescenziale ho avuto questa passione ed ho iniziato a chiamarla per nome quasi casualmente, partecipai ad un concorso letterario “Premio Michelangelo” bandito da un’associazione culturale di Napoli, mi classificai al terzo posto e da lì capii che la mia passione portava il nome poesia.
Chi è per te uno scrittore e come pensi venga visto dalla gente?
Ma lo scrittore è colui che con disinvoltura riesce a riportare sulla carta un’insieme di parole e, dandone un senso, porta le persone là dove I sogni esistono. 

Come nasce quello che scrivi e su cosa ti piace scrivere in particolare?
Tutto ciò che scrivo racconta quanto tutti I giorni vivo, non mi riservo da nulla, sono una persona passionale quindi sia I sorrisi che le lacrime le vivo a 360°. Amo poetare di un principio fondamentale, amo scrivere in versi della vita e di tutte quelle cosec he diamo per scontato avere, quando scontato non lo è affatto. Amo rivolgermi ai cuori nobili e agli occi attenti.
Hai scritto “Nel tempo dei girasoli”, la silloge poetica "Follia", "Ruvido inchiostro", e tant’altro in diverse antologie.  c’e ne vuoi parlare?
Il mio percorso di pubblicazioni nasce nel 2001 con appunto “Nel tempo dei girasoli”, un progetto nato e fondato per la solidarietà, infatti l’intero ricavato è andato in beneficenza a diversi orfanotrofi. 
Durante la mia crescita letteraria c’è stato un periodo lunghissimo in cui mi  sono fermato, non volevo più saperne nulla, tant’è vero che , nonostante pubblicassero alcune mie poesie in alcune antologie anche scolastiche, rientro a farne parte ufficialmente nel 2012 con la pubblicazione in “Ruvido inchiostro”, una raccolta antologia a Quattro autori, e la silloge “Follia” dove con versi spontanei e nell’assoluta semplicità ho voluto ritrovare i lettori abbandonati tempo addietro con una carezza in parole. 
Nel 2013 vedo realizzare “Maschera” con il Gruppo David and Matthaus, un progetto nato nel lontano 2002 e promosso dalla casa editrice egoEdizioni.
Che messaggi desideravi trasmettere con i libri che hai scritto?
Il mio inno alla vita. Vivere e viversi sempre a trecentosessanta gradi.
Quali sono le recensioni e i commenti sui libri che hai scritto che ti hanno più colpito?
Ce ne sono state tante e tutte molto gradite, per “Follia” ricordo c’è stata addirittura una nota critica che non nascondo di averne comunque apprezzato la schiettezza di una vision critica nei confronti di questa silloge. 
Non posso citarle tutte, ne sono veramente tante, posso invece rigraziare Cristina Biolcati, Giovanna Albi, Ivan Caldarese e Susanna Polimanti per aver dato luce ai miei versi e ognuno l’ha fatto regalandomi una personale recensione sulla silloge “Maschera”, parole che porterò con me in quello scrigno prezioso perchè di inestimabile valore.
Hai ricevuto anche dei riconoscimenti, c’e ne vuoi parlare?
Ho partecipato a moltissime manifestazioni culturali, ho iniziato quando i social network non esistevano ancora, quindi non c’era la possibilità di diventar quanto meno popolari in un mondo virtuale, si riusciva a far parlare di se
solo quando si riusciva a passare e quindi essere ammessi ai concorsi.
Ho preso parte a meeting, ho partecipato a concorsi nazionali ed internazionali e non sono mancati i riconoscimenti, ho vinto il Concorso Megaris di Napoli, una delle manifestazioni più abite dalle testate giornalistiche, ricordo che in quell 2002 a parlarne fu il Mattino e tante alter gazzette regionali, ma ancora tant’altri che non sto qui a menzionare.
Sono del parere che sia fondamentale per un autore partecipare ai concorsi, ma non per vincere perchè il concorso deve esser vissuto come un confronto tra autori e cercare di assorbire quante più emozioni questi incontri riescono a regalare.
Quali sono i libri che preferisci, oltre ai tuoi?
Ho amato in passato i classici, ne andavo matto, ma col tempo mi sono ripromesso di non leggerne più alcuno perchè sono fermamente convinto che la letteratura ha bisogno di andare avanti, siamo da troppi anni fermi sulle fatiche di chi ci ha preceduti, è ora rimboccarsi le maniche e dare, se si è capaci, un contributo affinchè possa esserci veramente una svolta. 
Quindi promuovo la lettura degli esordienti e tutti gli autori che oggi scrivono e pubblicano senza raccontare o imitare chi ci ha anteceduto.
Che cosa ti ha insegnato la scrittura?
Di non essere scontato, o meglio di essere attento a come si tenta di raccontare, a volte anche una parola sbagliata stravolge un intero disegno epocale.
Con quali siti internet collabori?
Gestisco, insieme a tutto lo staff, “Scritturati” il blog magazine nato un anno fa e sono entrato a far parte da pochissimo tempo nella redazione di Anima Magazine, una vera e propria esplosione del concetto Arte raccontata in tutte le sue forme.
Stai già scrivendo il tuo prossimo libro, ce ne puoi parlare?
Ne sono tanti i progetti prossimi alla pubblicazione, ma non amo anticipare nulla posso solo dire che ci saranno delle sorprese non solo “poetiche”.
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
Dipende solo da chi ci crede e vuole continuare a farlo nonostante le avversità che remano contro la cultura oggi, credo che bisognerebbe veramente iniziare a rimboccarsi le maniche per sporcarsi le mani affinchè la cultura non cessi di essere la prima ricchezza di ogni uomo.
Uno scrittore come immagina la politica e che cosa vorresti chiedere ai politici?
Uno scrittore non saprei, io da autore posso dire con toni sfiduciati che è veramente difficile rispecchiare i propri ideali, qualsiasi essi siano, nelle persone che oggi vogliono rappresentare il nostro paese, una Italia messa in ginocchio dalle sole tante chiacchiere che a tutto pensano fuorchè al fabbisogno del popolo.
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Sono tanti gli obiettivi prefissi, vedremo il tempo cosa vorrà che io racconti.

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