Aiutaci a mettere il cancro all’angolo. Aiutaci a mettere la vivisezione all’angolo.


Gentilissii, in questi giorni due giorni di fine settimana è in corso l'iniziativa promossa dall'AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) “Scegli le Arance della Salute. Aiutaci a mettere il cancro all’angolo”. In parecchie piazze d’Italia “con un contributo di 9 euro si ricevono 2,5 kg di arance rosse e un numero speciale di Fondamentale con i consigli e le ricette per una sana e gustosa alimentazione”. Così si legge sul sito web dell’AIRC, http://www.airc.it/ che ho visitato, curiosa di sapere quali fossero i consigli e le ricette per questa sana e gustosa alimentazione e, alla sezione “I pro e i contro della dieta vegetariana” ho trovato informazioni lacunose, a tratti anche svianti http://www.airc.it/prevenzione-tumore/alimentazione/dieta-vegetariana/
a cominciare dall’affermazione “La dieta vegetariana è decisamente di moda” che trovo indubbiamente superficiale. Sono d’accordo con l’arguto Oscar Wilde quando scrive “La moda è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi”. Invece l’AIRC dovrebbe sapere che di sei mesi in sei mesi il popolo veg aumenta, con crescente consapevolezza, informandosi, forse non sul sito dell’AIRC.
Dato che informare è un dovere ed essere informati un diritto, invito chi volesse approfondire l’argomento alimentazione veg a visitare il sito http://www.vegpyramid.info/ curato da autorità mediche competenti, come lo è quello dell’AIRC, ma è sempre meglio avere una visione più ampia possibile della questione.
Sempre in virtù dell’informazione completa, è corretto far presente che AIRC destina una parte dei suoi
fondi (presumibilmente anche quelli raccolti con la vendita delle arance) alla ricerca scientifica che fa uso di sperimentazione animale. Apprezzo la trasparenza di AIRC che lo rende noto anche sul suo sito web:  http://www.airc.it/ricerca-oncologica/sperimentazione/animale/ . Gli istituti di ricerca e le associazioni come AIRC che ne fanno uso la chiamano “sperimentazione animale” perché il termine “vivisezione” ha un sinistro connotato: fa pensare all’uccisone dell’animale e poi al suo sezionamento e l’impatto emotivo sul pubblico sarebbe traumatico. E’ vero che l’uso del bisturi a vivo su un animale non anestetizzato è vietato dal Decreto Legislativo 116/92 (quindi bisognerebbe abolire la parola) ma è altrettanto vero che viene riammesso dalla legge su deroga specifica del Ministero della Salute. E comunque ma non vi è così molta differenza tra vivisezionare un animale e usarlo come oggetto di sperimentazione: con la “sperimentazione animale” gli animali non vengono uccisi e sezionati ma, per esempio,  subiscono scosse elettriche, privazioni, isolamenti totali, irradiazioni, somministrazioni di farmaci in dosi letali, prove di tossicità che portano a convulsioni e vomiti di sangue, induzione di malattie artificiali in forme devastanti, attacchi di cuore, ulcere, paralisi, attacchi epilettici, somministrazione di fumo, alcolici, droghe; sono utilizzati come bersagli viventi in esperimenti militari, nucleari, chimici e biologici, sono spalmati di cosmetici, sostanze caustiche, solventi, agenti chimici industriali. In svariati casi non viene utilizzata alcuna anestesia, perché sarebbe una perdita di tempo e potrebbe interferire con l’esperimento. Vi sono casi in cui i vivisettori si preoccupano di tagliare le corde vocali per non sentirne i lamenti e poter praticare quella che è una vera e propria la disciplina del silenzio. Tutto ciò non rientra nel termine “vivisezione” perché l’animale è vivo (finché resiste) e non sezionato quindi questa differenza di linguaggio fa sentire meno colpevoli i vivisettori ma io non colgo volutamente questa differenza.
Ognuno è libero di valutare l’uso del proprio denaro e del proprio  impegno nell’opera di volontariato ma spesso i donatori di denaro e i volontari delle associazioni non conoscono a fondo l’associazione per cui si spendono, soprattutto non sanno se finanzia la vivisezione/sperimentazione animale, un’informazione che può costituire una discriminante sulla scelta di donare o non donare. E’ un’informazione che spesso si trova sui siti web delle associazioni stesse e non richiede una particolare preparazione scientifica per essere colta.
Considero sempre la buona fede di chi si presta a fare beneficienza e ancor più di chi opera come volontario. Tuttavia invito a informarsi prima di donare affinché  la donazione sia fatta con consapevolezza.
Nonostante gran parte della ricerca sia portata avanti in altro modo, per esempio con tecnologie di scansione, tessuti umani, programmi informatici, microdosaggi, epidemiologia, dati clinici,  vi sono istituti e associazioni che nella loro ricerca difendono il modello animale come fosse l’ultimo baluardo, anche dopo i clamorosi disastri che ha provocato nella ricerca scientifica.
Lo slogan della campagna AIRC è “Aiutaci a mettere il cancro all’angolo”. Io chiedo all’AIRC di aiutarci a mettere all’angolo la vivisezione.
Cordiali saluti.
Paola Re
Tortona (AL)

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