Mostra “Carlo Carrà. Il sentimento del paesaggio”
Alessandria: Due opere di Carrà dal Museo Civico a Mendrisio per una mostra
Il Museo d’arte di Mendrisio, in Canton Ticino, ha richiesto al Museo Civico di Alessandria due importanti opere che, dal 22 settembre al 5 gennaio 2014, saranno esposte nella mostra dal titolo “Carlo Carrà. Il sentimento del paesaggio”, curata da Elena Pontiggia e Simone Soldini in collaborazione con Chiara Gatti e Luca Carrà.
Le due opere che hanno temporaneamente lasciato il Museo alessandrino sono:
Carlo Carrà
San Giacomo di Varallo 1924 olio su cartoncino cm 44 x 50
Pagliai 1930 olio su tela cm 52 x 67
Mostra “Carlo Carrà. Il sentimento del paesaggio”
Si tratta della prima ampia retrospettiva allestita da un museo svizzero sull’opera di questo grande protagonista della pittura moderna europea.
Figura di importanza capitale nella storia dell’arte moderna italiana, Carrà fu tra i fondatori del movimento futurista nei primissimi anni del ‘900.
Figura di importanza capitale nella storia dell’arte moderna italiana, Carrà fu tra i fondatori del movimento futurista nei primissimi anni del ‘900.
Negli anni Venti terminata la stagione metafisica, Carrà inizia una ricerca pittorica che lui stesso definisce “realismo mitico”. I paesaggi di Carrà nascono da una sintesi tra idea e natura, tra architettura e disegno e libertà del colore, razionalità e sentimento.
I suoi paesaggi non vogliono essere una riproduzione veristica della natura, ma raggiungere la forma assoluta delle cose.
L’artista nei suoi paesaggi elimina la dimensione del tempo, sia atmosferico che storico. L’assenza dell’uomo dà loro un accento di eternità. Come scrive Carrà stesso: “L’arte è quando visibile e invisibile si collegano”.
Grazie ai contributi dell’Archivio Carrà, degli Archivi del ‘900 del MART e del Gabinetto Vieusseux di Firenze si è potuto allestire per l’occasione una sezione dedicata alla figura – importantissima – del Carrà teorico e pubblicista (si ricordino solo i contributi a “Valori plastici” e “l’Ambrosiano”) attraverso un vasto e prezioso materiale documentario.
A margine della retrospettiva viene presentata una selezione di opere di autori ticinesi, dipinte tra il 1920 e il 1950, che intende gettare un po’ di luce sulla grande influenza esercitata da Carrà su un contesto locale, di provincia italiana del Nord come il Ticino; cioè, sul suo determinante ruolo nel passaggio da un’arte ancora ottocentesca ad una moderna.
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