Nel borgo del fantasy: La leggenda di Bloody Mary

                                       


Non mi sono mai cimentata a scrivere racconti horror ma, nello scorrere il web, mi sono imbattuta in questa storia che mi ha colpita e impressionata per la spietatezza, anzi direi crudezza del contenuto, sconsigliato ancora una volta ai soggetti più impressionabili.

Questa e la storia di Bloody Mary che in alcuni casi, pare fosse una strega arsa viva sul rogo. Comunque, strega o no, sembra che il suo  nome sia diventato impronunciabile perché, si vocifera che il suo spirito appaia a tutti coloro che, davanti a uno specchio e con una candela accesa, lo scandisca per tre volte. Si narra che uno volta evocato, lo spirito della ragazza non conceda più pace all’incauto e continui a tormentarlo fino a quando questi non muoia.

In realtà, tutta la leggenda sarebbe fiorita di bocca in bocca e nata da una tragedia familiare avvenuta tanto tempo fa.

Nei secoli scorsi molte malattie erano incurabili e quelle a carattere pandemico, come la peste o la difterite, propagavano il terrore nelle popolazioni.                                  

La storia di Mary, una giovinetta tra i quattordici e i sedici anni, figlia di un medico condotto, iniziò appunto con una malattia.

La ragazza aveva la febbre alta e il padre sospettò subito che si trattasse di difterite. Dopo pochi giorni, la malata cadde in un coma profondo e, forse, fu proprio per il terrore provocato dal pensiero del contagio a spingere l'uomo ad accelerare le procedure della sepoltura, sebbene fosse ben consapevole che la poverina desse ancora deboli segnali di vita.

Inutilmente la moglie del medico tentò di impedire che la figlia venisse rinchiusa nella bara, il marito sembrava uscito di senno e non volle ascoltare ragioni.

La madre della ragazza, ormai in preda alla disperazione e nella speranza di un miracoloso risveglio, escogitò uno stratagemma e fece legare uno spago al polso della figlia, al cui capo era collegato un campanello fissato a un palo, piantato all'esterno della sepoltura.

La donna avrebbe passato la notte nei pressi, così, se davvero la figlia si fosse ripresa dal coma, lo avrebbe segnalato all’esterno e lei avrebbe potuto accorrere in suo aiuto.

Purtroppo, il marito ne scoprì le intenzioni e ormai deciso a portare fino in fondo il suo folle proposito, somministrò alla donna un potente sedativo.

Il giorno dopo, al suo risveglio la moglie accorse sul luogo della sepoltura trovando lo spago spezzato e la campanella in terra.

Il feretro venne disseppellito e la bara riaperta. 

                        

La scena che si presentò davanti agli occhi degli astanti fu agghiacciante. Come la madre aveva sperato, la ragazza si era risvegliata dal coma e aveva tentato in tutti i modi di liberarsi.  Le sue mani erano insanguinate e le sue dita prive di unghie perché si erano consumate e poi staccate a furia di graffiare il legno del funereo scrigno. Dopo una lunga e straziante agonia la giovane era morta per asfissia. Una fine atroce. Sul volto le erano rimasti impressi tutto l'orrore e il terrore provati in quei minuti fatali.

Sembra che la madre impazzì dal dolore e la disperazione per non essere riuscita a salvare la figlia, mentre il padre di Mary, il giorno dopo venne trovato morto nella stanza da bagno, in seguito a un arresto cardiaco. Dietro alla sua morte si celerebbe un mistero, perché accanto al corpo  vi era lo specchio rotto ma, il particolare che più impressionò, fu il volto del cadavere immobilizzato in una smorfia di incredulità e di terrore, proprio come se il medico avesse visto un fantasma.                                         

              

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