Nel borgo del fantasy: Dracula, il principe delle tenebre


Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come Dracula, nacque nel 1431 in Transilvania, regione che all'epoca faceva parte del regno dell'Ungheria. Suo padre era sovrano di Valacchia ed era membro dell'ordine del drago fondato per proteggere il cristianesimo nell’Europa orientale.

A causa della sua indole crudele e sanguinaria era noto anche come Vlad l'Impalatore, soprannome che si guadagnò per la sua predilezione a infliggere l’atroce tortura ai suoi nemici.

                              

Fu proprio a causa della sua brutalità che divenne fonte d'ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker, che nel 1897 creò il romanzo “Il vampiro Conte Dracula “

In seguito, la storia venne trasformata sia in opera teatrale che in una pellicola cinematografica di grande successo.           Dracula era il principe delle tenebre, il vampiro per antonomasia, che si nutriva del sangue delle vittime mordendole sul collo coi temibili canini e succhiando loro ogni stilla di vita. 

                             

 In alcuni casi le vittime stesse si trasformavano in morti viventi, con le sue stesse caratteristiche vampiresche.

Nell’opera letteraria viene descritto come un gentiluomo dai modi cortesi e raffinati, ma solo all'apparenza. In realtà, Dracula fa uso di metodi gentili per trarre in inganno le potenziali vittime e poterle così circuire e sopraffare.               

                                                 

Viene inoltre descritto dotato di un’intelligenza superiore e di una grande astuzia. Nel romanzo Dracula mette in gioco le sue abilità e la sua sapienza sfidando i suoi nemici in una partita che lo vedrà spesso trionfatore. L'oscuro individuo è anche abilissimo nel coprire le sue tracce e creare false piste per sfuggire ai suoi inseguitori.                     

Il vampiro sfuggirà alla cattura innumerevoli volte, anche avvalendosi dell’aiuto di alcuni lupi, che comanda mentalmente e degli amici zingari. Pare che soffrisse fisicamente per la presenza di simboli cristiani e in particolar modo della croce, ma alla fine sarà con sollievo che accoglierà la morte, tramite un paletto piantato nel cuore, che lo libererà dall’oscura  condizione in cui ha vissuto.

                                                     

                           

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