LE LETTERE

LE LETTERE

Era sempre sereno , o almeno così io lo ricordo, forse per la mia età molto giovanile e forse perchè d'allora di tempo n'è passato tanto, quando arrivava con la sua bicicletta nera, il postino del paese e a forte voce chiamava mia sorella, perchè per lei spesso c'era una lettera del suo amoroso che era a sbrigare l'obbligo del tempo, ovvero era di leva. E sempre lei la prendeva, con cura e con affetto vi posava sopra le labbra come a darle un bacio e poi correva in camera e per un po' non girava più per la casa, e guai a disturbarla. Io lo sapevo che non potevo darle noia, ma ero anche contento perchè chissà per quale mistero, dopo lei era più serena e mi sopportava meglio.
Avevo allora sette o otto anni e già andavo a scuola, sapevo ben leggere e fare alcuni conti, ricordavo tutte le tabelline e disegnavo mari, case e monti, non mi stancavo di leggere e imparare, ogni qualsiasi cosa che avesse da raccontare, io la leggevo con bramosia , ma avevo un cruccio, insomma un mio punto fermo, avrei voluto leggere quelle lettere misteriose, perchè chissà che cose speciali c'erano scritte sopra, per trasformare il carattere scontroso di mia sorella in un giulivo sorridere per giorni. Ero curioso perchè immaginavo che sopra vi fossero raccontate le gesta del suo moroso soldato, che forse andava a conquistare il mondo e ogni volta a lei raccontava tutte le avventure che avesse incontrato, lo immaginavo a lottare con popoli ribelli, a scavalcare faticosamente montagne erte e nevose, a navigare sopra mari agitati e scossi, e immaginavo anche che le raccontasse tutte le cose nuove e belle che lui avrebbe avuto da vedere. Immaginavo castelli dorati e principi con smeraldi, terre di tessuti raffinati e di vari colori, profumi e spezie da sentirne i profumi.....immaginavo che forse al suo ritorno avesse portato con se tutte queste cose e le regalasse a mia sorella, forse chissà un castello me lo avrebbe regalo!
Ma era impossibile poter soddisfare questo mio desiderio, mia sorella le lettere le teneva in un posto ben nascosto, sicuramente in camera, ma avessi saputo dove, e era anche difficile avere il tempo di rovistare tra le sue cose, perchè la camera, quando lei non c'era, la teneva ben chiusa a chiave....forse mi conosceva bene.
Una mattina arrivò una cartolina, una di quelle colorate con sopra rappresentato un luogo con case bianche e palme e un mare immensamente azzurro, che la mia fantasia parve avere ragione di quello che aveva pensato, non ebbi il tempo di leggere il retro, ma capii che era sempre del suo amoroso e che le inviava la foto di un posto dove forse lui era arrivato. Ma l'effetto non fu lo stesso delle lettere, la lettura di questa cartolina illustrata non fece cambiare l'umore a mia sorella, anzi da allora fu tutto peggio.....ecco perchè questo lo ricordo ancora!
Erano trascorsi pochi giorni dal fatto della cartolina che mia sorella mancò di casa per due giorni, era ospite da una sua amica perchè insieme sarebbero state in gita con la scuola, lei aveva allora diciotto anni e frequentava le magistrali, quel tipo di scuola che si va perchè poi dopo si diventa insegnanti per ritornare a scuola, e sorprendentemente nel trambusto dei preparativi, aveva lasciato la porta di camera aperta. Non potevo fallire!
L'indomani mi alzai prestissimo e attento a non fare rumori per non svegliare i miei genitori, entrai in quella camera, chiusi la porta a chiave e mi guardai intorno. Un letto ben rifatto con una coperta rosa a fiori blu, una sedia e un comodino al fianco destro, con sopra una cornice vuota e una sveglia, libri, penne, nastri e fiocchi sopra la scrivania e uno specchio grande con tante cartoline illustrate infilate nella fessura tra lo specchio e la sua cornice. Una cassapanca e un mobile alto di legno scuro con un grande cassetto alla base. Dove frugare? La mia prima mossa, infantile, guardare sotto il letto, e sotto il materasso, ma era banale e scontato non vi trovassi niente. Pensai un poco, ma l'emozione mi mangiava dentro e non mi concedeva di pensare.....aprii il cassetto ma non c'erano che maglie di ogni tipo e colore, spostai alcuni libri , ma non trovai altro che fogli di esercizi di matematica, con segni strani e per me allora incomprensibili, aprii il banco e frugai sommariamente tra i vestiti e le scarpe in basso , ma non trovavo niente.
Eppure, dicevo tra me e me, non può averle portate via con se.....quando involontariamente feci cadere il cestino della carta, che si trovava sotto la scrivania, e.....si sparsero per terra come fagioli nell'aia a seccare, coriandoli di lettere e buste, tutte riconoscibili dal loro colore, che solitamente cambiava ogni volta che ne arrivava una. Mi chinai meravigliato, ne presi alcuni pezzetti, quasi li scelsi perchè la curiosità era ancora forte, quelli più grandi dove si poteva leggere lo scritto e lessi......come un usignolo.....oltre il mio cuore.....aspetto con ardore....e altre di queste cose sceme.....forse ne aveva altre, ed era in quelle che si parlava certamente di avventure, ma più guardavo in terra e più mi convincevo che quelle erano davvero tutte e non ve ne sarebbero state altre.
Perchè le ha strappate?.......Poi riguardai nello specchio e notai la cartolina dalle case bianche e dalle palme sul mare, la presi, la girai e sul retro lessi......Ora sai dove sono....addio.
Non ho mai detto a mia sorella questo fatto, e sono sicuro che non avrà modo di leggere quello che ho scritto, spero comunque a chi mi conosce che non le faccia sapere di questo segreto......Del resto era bambino ma un bastardo ero in grado di conoscerlo già allora.

Roberto Busembai (errebi)

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