Sulla situazione della scuola oggi, di Elvio Bombonato

Sulla situazione della scuola oggi, di Elvio Bombonato
La prima parte raccontata da una maestra amica; la seconda è un fatto di cronaca. La prof. di lettere 60enne non ha voluto sporgere denuncia.  Mi inchino alla sua classe sabauda.


" Mio figlio è tanto sensibile; pensi che ieri mi ha detto: 'Brava la mamma che mi ha comprato la Nutella'. Che tenero. Forse lei non lo conosce, non lo sa prendere, la colpa è dei compagni, lui si fa trascinare. Non può aver preso 5, abbiamo studiato insieme gliela ho fatta ripetere, la sapeva.  Magari lei lo ha spaventato. Perché vede, è timido, se ha paura si blocca. E' così educato con la nonna".  
Intanto il bimbo in classe si è tirato giù i calzoni per mostrare il pisello alle bambine. "Ma non lo ha fatto con malizia, quando gli prude lui fa così, anche a casa Sono sicuramente state le bambine che gli hanno chiesto di abbassare i pantaloni. E poi è così piccino (ambiguità semantica). 
Risultato finale: in seconda media in classe sputa in faccia all'insegnante. La bocciatura, prevista dal Regolamento di Disciplina, approvato dal Consiglio di Istituto di cui fanno parte anche i genitori e presieduto da un genitore, è stata decisa. Ricorso al TAR di Torino, il quale, udite udite, ha dato ragione alla scuola.  
Sarebbe stato meglio il battipanni qualche anno prima.  Addenda: quando il pargolo sbeffeggia un anziano in pubblico, la mamma invece di rimproverarlo (una cosa è se lo rimprovera un estraneo, ma se lo rimprovera la sua mamma resta traumatizzato), dice "A scuola non gli hanno insegnato l'educazione".     

Ma purtroppo voi non siete ancora in quel gran pregio e onore che vi spetta. Non ancora è riconosciuta e ricompensata come si deve la grande opera vostra… La madre ha riavuto da voi migliori i suoi bimbi, e non sempre si è ricordata di dirvi grazie.  Pascoli, “Ai maestri elementari”.
Il gravissimo dei mali che affliggono la scuola classica è lo scoramento che al maestro deriva dalla diffidenza degli scolari, dei loro parenti, di tutti.  Non si crede più, non che alla necessità, all’utilità dello studio del latino e del greco. Il lavoro di demolizione è cominciato: tolta una pietra, un’altra cadrà, una terza crollerà.  E tolto il greco rimarrà il latino?  E il latino non porterà via con sé l’italiano antico?  Perché  la guerra è contro le lingue morte , contro gli studi, in nome del presente e pratico, del reale e utile. Pascoli “Pensieri scolastici”.                                      

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