Ampie schiarite 12. Pena di morte aut, Maturità 2019, Napoli positiva, Carola non colpevole e Clarisse appellanti

Ampie schiarite 12. Pena di morte aut,  Maturità 2019, Napoli positiva, Carola non colpevole e Clarisse appellanti


Il bene da scoprire e diffondere. Buone notizie che aprano alla speranza e alla fiducia
Pena di morte  abolita – Il Domani d’Italia del 1 giugno titolava. Il Senato infatti ha votato contro il veto posto dal governatore repubblicano Chris Sununu. C’erano già stati altri tentativi per abolire la pena di morte, ma già una volta il voto del parlamento dello Stato era stato annullato dal governatore, e nel 2014 vi fu un voto in pareggio. Si tratta di un evento storico, anche perché repubblicani e democratici hanno votato insieme. Il merito di una lunga battaglia portata avanti dal deputato democratico, Renny Cushing, uno dei fondatori del movimento Murder Victims’ Families for Human Rights, che perse suo padre,assassinato in una rapina nel 1988, e non ha mai smesso di lavorare per la fine della pena di morte, come unica via efficace anche per la guarigione dal dolore delle famiglie delle vittime, al posto di una giustizia-vendetta che non può restituire la vita.
Applausi per le tracce – Ormai sono passati mesi dalla prova scritta per la maturità di quest’anno. Chi l’ha affrontata si è goduto il riposo e le vacanze e, almeno per un poco, non ne vuole più sentir parlare. Gli altri, distrattamente, hanno dimenticato dopo qualche considerazione di giornata, come accade ormai ad ogni prova. E’ da sottolineare, quest’anno, che le critiche sono state generalmente positive (esclusa la critica femminista di chi giustamente rileva che nelle tracce proposte vi fossero solo protagonisti maschili: Il messaggio è che le donne non valgono. Abbiamo introiettato il fatto di essere rimosse).Quasi a dirci che almeno nella scuola, quando si cercano gli aspetti di fondo e più profondi del compito assegnato all’istruzione e alla formazione, si può ricreare un clima favorevole.“Temi interessanti che stimolano la riflessione. La scuola, con la scelta di queste tracce, dà un segnale importante e continua a essere un luogo dove si può ancora fare un discorso di riflessione”. La poesia di Ungaretti proposta come prima traccia,commenta il Prof. Savagnone, “suggerisce lo stupore esistenziale di fronte all’universo e alla domanda su Dio. E’ una bella poesia perché spinge alla comprensione di qualcosa che oggi manca molto, la meraviglia”, mentre il fil rouge che collega altre due tracce (quella del romanzo di Sciascia e quella della figura del generale Dalla Chiesa) è “Una scelta molto opportuna perché stimolano a ragionare sul problema della mafia e della criminalità organizzata, argomento di cui oggi si parla poco e che invece merita di essere oggetto di riflessione, anzi di meditazione, da parte dei ragazzi. [..] Mi è piaciuta molto anche la traccia dedicata a Bartali che sottolinea l’importanza della capacità di andare oltre le leggi in un momento in cui queste siano disumane: un tema attualissimo”. Mentre Alberto Campoleoni afferma: “Attraversiamo a volte generazioni sconnesse per troppa connessione, cioè ragazzi e giovani immersi nel “particolare” del proprio interesse, fisicamente isolati da auricolari invadenti e smartphone onnipotenti. La scuola, invece, anche con i temi di maturità, chiede loro di aprire occhi e orecchie, di alzare lo sguardo [..] per riflettere con lucidità sul presente, sul rapporto tra cultura, storia e futuro, su coscienza e conoscenza in un tempo in cui entrambe inciampano nelle “fake”. [..] Le tracce della maturità, tutte insieme e ciascuna per sé, con le caratteristiche che lasciamo ai cultori delle materie, lanciano questa suggestione ai maturandi di oggi: occorre cercare di essere veramente uomini, lasciarsi provocare dal tempo in cui si vive, leggerne le contraddizioni, evitare di perdere la bussola che porta alla scoperta di se stessi, anzitutto, per poter essere, poi, uomini veri in mezzo agli altri”. Si sarebbe detto una volta, bravi 7+.
Impresa di volontariato sociale a Napoli – Don Antonio Loffredo racconta al Corriere della Sera i suoi “business” A lui si deve la forse più riuscita impresa sociale d’Italia, (come scrive il Corriere della Sera (19 giugno). Parliamo della “Paranza“, la cooperativa che ha trasformato le Catacombe di San Gennaro da misterioso e misconosciuto sito in una delle maggiori attrazioni turistiche della città. Dove girano una sessantina di ragazzi tolti dalla strada. C’è chi parla di . Centotrentamila visitatori all’anno, occupazione e lavoro per giovani che avrebbero potuto essere attratti dalla camorra. E’ un’esperienza utile anche dal punto di vista  sociale, «Perché decine di migliaia di turisti in giro per il rione tutto l’anno – dice il parroco– ti spingono a comportarti diversamente, a tenere più pulite le strade, ad aprire un negozio e a concentrarti sul guadagno lecito. Insomma, i miei ragazzi stanno cambiando non solo la loro vita, ma anche la comunità in cui vivono».

Libera Carola, Suore che appellano  – Anche se la notizia è nota da tempo, la riportiamo come precedente importante per altri casi simili (purtroppo non sono terminate le intemperanze di chi vuole dettare la legge). Il GIP di Agrigento mesi fa, ha deciso di non convalidare l’arresto di Rackete, la giovane comandante della Sea Watch, escludendo il reato di violenza e resistenza a nave da guerra (articolo 1100 del codice della navigazione), ritenendo “giustificato” quello di resistenza a pubblico ufficiale. Nel primo caso, la Giudice Vella (è lei che va applaudita per un atto di giustizia), ha ritenuto che “le motovedette della Finanza sono considerate navi da guerra solo quando operano fuori dalle acque territoriali ovvero in porti esteri ove non vi sia una autorità consolare”, mentre la motovedetta speronata operava nel porto di Lampedusa. Per questo motivo, ha negato la sussistenza del primo reato contestato. Per quanto riguarda invece l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, ha sostenuto che “il fatto risulta molto ridimensionato nella sua portata offensiva” e che comunque il “reato risulta scriminato per avere l’indagata agito in adempimento di un dovere”, cioè quello di salvare vite umane. Il gip ha inoltre sottolineato che la scelta del porto di Lampedusa sia stata obbligatoria perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri. Comunque sia, per ora, l’Italia ancora pensante e civile, dice che aiutare uomini in mare e portarli a riva salvi, non è una colpa. E intanto Carola è tornata libera in Germania, com’è giusto che sia! Fa il paio, con questa bella notizia, l’Appello lanciato in quella occasione alle autorità da parte delle Clarisse e delle Carmelitane a favore dei soccorsi in mare. Esprimono “preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione [..] vorremmo dare voce ai nostri fratelli e sorelle migranti che scappano da guerre, persecuzioni e carestie, affrontano viaggi interminabili e disumani, subiscono umiliazioni e violenze di ogni genere che ormai più nessuno può smentire. Facciamo nostro l’appello contenuto nel Documento sulla fratellanza umana firmato da papa Francesco e dall’imam di al-Azhar Ahmed al-Tayyeb chiedendo «ai leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace»…”. Parole chiare da parte di chi viene considerato quasi inutile per la società, mentre dimostra attenzione e capacità di lettura e discernimento maggiori rispetto alle tante persone che si preoccupano solo di sé stesse e di soldi.

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