Datemi un pollo e solleverò il mondo

La proposta di Bill Gates di risolvere la fame dell'Africa investendo sui polli pone una serie di problemi.
Quando Bill Gates rilascia dichiarazioni, la sua voce fa eco in tutto il mondo; non potrebbe essere altrimenti per un personaggio del suo calibro. Alla soglia dell’Estate ci ha messo al corrente della sua presunta soluzione per la fame e la povertà nel mondo: il pollo.

«Combattere la povertà in Africa con 100mila polli. Questa la campagna lanciata da Bill Gates, miliardario fondatore di Microsoft, per aiutare le famiglie africane in difficoltà. (…) Bill Gates ha presentato la sua campagna e ha donato 100mila polli alle famiglie povere dell’Africa, invitando anche altre persone a seguire la sua iniziativa (…) promossa in collaborazione con l’organizzazione di beneficenza Heifer International. Gates è convinto che un contadino, allevando cinque galline, potrebbe arrivare a guadagnare più di mille dollari all’anno, al di sopra quindi della soglia di povertà che è intorno ai 700 dollari. “La nostra fondazione sta scommettendo su polli. (…)»
Ecco che Mr Gates, in cima alla classifica di ‘Forbes‘ dei Paperoni d’America ci spiega che ipolli sono una risorsa a basso costo, un investimento, un rendimento, una scommessa per l’economia. Da anni si occupa di beneficenza attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation, quindi pare un
personaggio inattaccabile per la sua filantropia, ma qualche cosa stride in questo progetto.
Sul sito web della Gates Foundation, campeggia la scritta di orwelliana memoria ‘ALL LIVES HAVE EQUAL VALUE‘. Forse non esiste uno slogan più emozionante di questo, ma bisogna che sia preso rigorosamente alla lettera, altrimenti meglio non lanciarlo. Le parole sono importanti. Se si scrivetutte le vitedovrebbero valere anche quelle dei polli; in caso contrario, si usi la correttezza di aggiungere una parolina a completare lo slogan, si scriva ‘ALL HUMAN LIVES HAVE EQUAL VALUE’, perché è chiaro che secondo Gates sono le vite umane ad avere uguale valore. Quelle degli animali, casomai, hanno un prezzo, visto che ai disgraziati polli egli attribuisce un significato materiale: sono un mezzo anti-crisi, uno strumento salvifico.
L’ingiustizia che si esercita da secoli è che gli animali abbiano un valore quando sono parte della nostra famiglia, magari anche quando dobbiamo tutelarli come specie protette, ma abbiano un prezzo quando corrispondono a ingredienti, indumenti, biglietti per spettacoli, fiere lotterie e via sfruttando.
Anche il sottotitolo dello slogan ci dà una grande carica: ‘WE ARE IMPATIENT OPTIMISTS WORKING TO REDUCE INEQUITY’. Ridurre l’ineguaglianza, che qui assume anche un significato di autentica ingiustizia, è un nobile obiettivo, ma non lo si dovrebbe raggiungere sulla pelle di alcun essere senziente, umano o non umano che sia. Raramente il fine giustifica i mezzi, qui non lo giustifica affatto, proprio perché le soluzioni per risolvere povertà e fame sono ben altre.
Bill Gates torna indietro di secoli quando il ‘caput’ era il capo di bestiame segno di ricchezza, fondamento del capitalismo che, proprio da quel ‘caput’, nasce. Gates ne è un’icona eccellente.


Commenti

Post più popolari