2020, ultima chiamata?

Recensione.
La scadenza europea per la sostenibilità ambientale come ultima uscita
di Pier Luigi Cavalchini 
Adriana Sferra
Ultima chiamata: uscita 2020. La scadenza europea per la sostenibilità ambientale
FrancoAngeli, pp. 282, euro 35,00
Ve li ricordate i proclami del “Protocollo di Kyoto”? (1) Il refrain numerico del “20-20-20” di cui tutti si sono riempiti la bocca? Bene. Il libro tratta proprio di questo, del disincanto e dell’imbarazzo rispetto a traguardi irraggiungibili che nessuno seriamente si è posto in agenda e di ciò che – concretamente – è ancora possibile fare.
Il primo capitolo del libro di Adriana Sferra è esplicito fin dal titolo “Comunicare per far capire, capire per agire” e prende spunto dalla convinzione che la comunicazione possa l’impossibile. 
L’intento è quello di distanziarsi mille miglia dall’ennesima elencazione di maledizioni, disgrazie e ruberie che hanno accompagnato gli ultimi duecento anni di cosiddetto “sviluppo dell’umanità”, con un picco negativo tutto concentrato negli ultimi venti. L’autrice non intende assolutamente aggiungere il suo “Ultima chiamata…” alle centinaia di libri e alle migliaia di articoli che, ogni anno, trattano di “effetto serra”, “economia sostenibile” e di “biodiversità” e, per questo motivo, confina ad una nota di apertura un “elenco di emergenze” a cui, ormai, siamo assuefatti.
Per scrupolo ve le ricordiamo noi e promettiamo di non parlarne più: “Nel mese di maggio del 2015 secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, la CO2 supera per la prima volta la barriera delle 400 ppm e secondo l’Istituto per l’Ambiente entro il 2100 si prevedono: 1,8/5,4 gradi centigradi in più l’aumento delle temperature; 2,5/7,0 gradi l’aumento in estate; 14/59 in più le notti
tropicali con temperature sopra i 20 gradi: 10/39 in meno le notti con gelo; 19/56 in più i giorni estivi (temperatura superiore ai 25 gradi); 35 in più i giorni consecutivi senza pioggia. Secondo la NASA tra i numerosi problemi da affrontare: 30-50% la riduzione dell’acqua disponibile nel Mediterraneo; 15-35 % la riduzione della resa agricola in Africa; da 7 a 300 milioni le persone coinvolte dalle inondazioni causate dall’aumento della temperatura…(2)”.
La solita “apocalisse annunciata” che, però non smuove, non graffia, non trova “rispondenze” e, di fatto, rende la comunicazione “impossibile”. Qualcuno, infatti, è andato oltre e suggerisce come una delle poche vie di uscita… quella legale. È il caso, sempre secondo l’autrice, dell’associazione “Urgenda” che ha promosso una class actiondi quasi 900 persone per inadempienze del Governo olandese sugli interventi anti “effetto serra”. Procedura, per inciso, che – pare – abbia dato frutti.
Su cosa, come e perché comunicare dati scientifici (abbastanza) di dominio pubblico, in quale modo renderli comprensibili e “cogenti” nella loro semplicità, è uno dei leit-motiv del libro, in modo da mettere a nudo le motivazioni di una sostanziale freddezza della società, inadempiente e insensibile… se non di fronte a grandi catastrofi e ad effetti pesanti per la salute e l’economia.
Netta e precisa è, di conseguenza, la requisitoria nei confronti della politica “incapace di fornire governance adattiva” cioè forme di gestione dell’ordinario con attenzione alle risorse a disposizione e con obiettivi di riequilibrio complessivo su tutti i livelli. In pratica un’attenzione alla complessità di “Gea” combinata con ciò che effettivamente possono fare le nazioni del mondo, le loro economie, i loro cittadini. Un concetto non nuovissimo - di “economia circolare” si discute almeno dal 2012 - che è parte integrante del “Manifesto for a Resource Efficient Europe”, uno dei tanti documenti prodotti dalla UE, che “dovrebbe” caratterizzare gli indirizzi economico politici del nostro continente, incardinandone i principi a livello mondiale.
Nel “Manifesto” citato ci sono indicazioni chiare di strumenti a disposizione, come i Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale (FESR), che non aspettano altro che di essere utilizzati pienamente.
È sempre Adriana Sferra che ci ricorda il gap negativo di cui continuiamo a patire noi italiani con esborsi a favore dell’Europa di un terzo superiori a quanto veramente si riesce a riportare in Italia con progetti e programmi adeguati. Ci rammenta anche che si sono affinati strumenti legislativi, come la L 68/2015 sugli “Ecoreati” o il D.lgs n. 152/2006 (Codice dell’Ambiente), che – insieme alla estensione di operatività della VIA e della Valutazione Ambientale Strategica - potrebbero aiutare molto. Sempre che questo “aiuto” sia gradito e, soprattutto, nei piani di chi dovrebbe avere a cuore la tutela del territorio, il lavoro, l’ambiente, la salute…
Data la competenza specifica della docente (3) non poteva non avere rilievo un’ampia disamina di quanto si potrebbe fare oggi nel campo dell’edilizia compatibile, sia in termini di progettazione che di materiali. Proprio per questo viene dedicato un intero capitolo alla “Domotica” come nuova possibilità di innovazione di ambienti accoglienti, funzionali e con consumi ridottissimi.
Un libro che attacca il “buonismo” e l’approssimazione di chi, pur di non dover intervenire in prima persona è disposto a chiudere un occhio o, come scrive la Sferra a proposito di deroghe ai provvedimenti: “Misure (quelle prevista per legge) a volte escluse se l’imputato mette i luoghi in sicurezza o li ripristina”. Adriana Sferra suggerisce altre strade, quelle della determinazione e del coraggio, dello studio appassionato e della voglia di innovazione, con un occhio particolare ai giovani e a chi, in ambito accademico, scientifico o politico, ha possibilità di orientare scelte e futuro, andando oltre il proprio “particulare”.

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(1)“Si tratta dell’insieme delle misure pensate dalla UE per il periodo successivo al termine del Protocollo di Kyoto, il trattato realizzato per il contrasto al cambiamento climatico che trovava la sua naturale scadenza al termine del 2012. Il “pacchetto”, contenuto nella Direttiva 2009/29/CE, è entrato in vigore nel giugno 2009 e sarà valido dal gennaio 2013 fino al 2020. Ridurre le emissioni di gas serra del 20 %, alzare al 20 % la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20 % il risparmio energetico il tutto entro il 2020: è questo in estrema sintesi il contenuto del cosiddetto “pacchetto clima-energia 20-20-20” varato dall’Unione Europea.”
(2)Informazione tratta da: Global sustaineble Development Report dell’ONU.
(3)Architetto DdR, ricercatore presso il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della “Sapienza”, Università di Roma, svolge le sue attività di ricerca nell’ambito delle discipline della Tecnologia dell’Architettura con particolare riferimento alle tematiche della sostenibilità ambientale. Insegna “Materiali e Tecnologie degli elementi costruttivi” nel Corso di Laurea Magistrale in Architettura.

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