Massimo Gramellini: “House of Renzi”


Foto LaPresse - Marco Cantile
22/05/2015 Salerno, Italia Politica
Manifestazione politica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi in vista delle elezioni regionali in Campania. Presente il candidato alle regionali Vincenzo De Luca
(Massimo Gramellini - La Stampa) - Anche se a noi comuni mortali può sembrare soporifera, la politica resta uno dei giochi più cruenti inventati dall’uomo. Un anno fa Matteo Renzi «uccise» Enrico Letta per non essere «ammazzato» a sua volta. Con il rivale al governo, il Pd avrebbe perso le elezioni europee e D’Alema, che ancora controlla la base e le risorse del partito, avrebbe chiesto e ottenuto la testa del segretario eretico.  La resa dei conti tra le due bande rivali è stata rinviata di un anno e di un’elezione, quella di domani. Se Renzi vince le regionali 6 a 1, perdendo soltanto in Veneto, consolida il suo potere e rottama gli ex comunisti, stavolta sul serio.
Ma se vince 4 a 3, lasciando per strada anche Liguria e Campania, il mito dell’imbattibile si incrina e i
tanti servi che gli sbavano dietro senza amarlo, dentro e fuori il partito, cominceranno con identico zelo a metterne in dubbio il carisma e a tradirlo. Perciò la fazione avversa ha promosso in Liguria una candidatura alternativa a quella di Renzi, con lo scopo di drenarle voti fino a farla perdere. E in Campania ha usato il marchio autorevole della commissione Antimafia, presieduta dalla esorcista del renzismo Rosy Bindi, per appiccicare l’etichetta di impresentabile a quel disinvolto di De Luca soltanto alla vigilia del voto. Se gliel’avessero attaccata prima, Renzi avrebbe fatto ancora in tempo a cambiare cavallo. Così invece ci si ritrova immersi dentro una puntata di «House of Cards». La magra consolazione per i nostalgici è che, comunque vada, lunedì il Pd tornerà a tingersi di rosso. Il colore del sangue.

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