La paura astensionismo sui partiti (TOMMASO CIRIACO)


Centrodestra e centrosinistra già valutano gli effetti dell’eventuale scarsa affluenza al voto M5S: non andare alle urne significa favorire il sistema. D’Alimonte: probabile che si scenderà sotto il 60%.
ROMA – Tutti la evocano, tutti la temono. È l’astensione, grande incognita delle Regionali di oggi. Quanto crescerà? E su quale partito si accanirà? Nel dubbio, i leader si sgolano per chiamare gli elettori alle urne. Sperando di limitare i danni. Il grillino Alessandro Di Battista, ad esempio, ne fa una questione antropologica: «Chi si astiene fa un favore al sistema perché i collusi con il sistema – ahimè – votano sempre». Pino Pisicchio, capogruppo del gruppo misto, invece, si lascia guidare dal suo fiuto da decano: «Come meravigliarci del fatto che una quantità di elettori potrebbe decidere di non andare alle urne? Questa
campagna si è nutrita solo di veleni». Nessuno, naturalmente, può prevedere la portata del fenomeno. Peseranno mille fattori, tra loro indipendenti: «Prima di tutto l’effetto vacanze, perché è iniziato il primo ponte della stagione – elenca Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita da Silvio Berlusconi – E poi ancora il meteo, che pare sia molto buono, e il fatto che si voti solo di domenica.
Infine il significato del voto: il momento è particolare e i cittadini sono molto critici verso la politica. Infatti spesso sento rispondere: “Tanto non cambia mai nulla”». I dati aiutano a inquadrare il punto di partenza. Alle Politiche del 2013 l’affluenza fu del 75%. Alle Europee del 2014, poco meno del 59%. Per quanto riguarda le sette Regioni al voto, le percentuali del 2010 si attestarono sopra il 60%: Liguria 61%, Veneto 66%, Toscana 61%, Umbria 65%, Marche 61% Campania 63%, Puglia 63%. È ipotizzabile che calino ulteriormente? «Possiamo prevedere che l’affluenza sarà inferiore al 60% – risponde il politologo Roberto D’Alimonte -Tra il 50 e il 60% saremmo all’interno del trend storico. Sotto il 50%, invece, si tratterebbe di una “rottura”». Ancora più difficile è immaginare gli effetti dell’astensione sulle coalizioni in gara. «Penalizzerà il governo? Questo non si può prevedere ». E i cinquestelle potrebbero essere favoriti da una bassa affluenza? «Nelle elezioni amministrative – ricorda il professore – non sono mai andati particolarmente bene, tranne alcune singole eccezioni». Su Forza Italia, però, qualcosa D’Alimonte sente di poter anticipare: «Soffrirà. È in una fase declinante. E poi a livello locale ha sempre sofferto».
C’è un’ultima incognita da tenere in debito conto: l’effetto “impresentabili”. Potrebbe pesare parecchio. E non solo in Campania. «È un caso che ha avuto risonanza nazionale spiega Ghisleri – Nessuno può dire quanto influirà anche nelle altre regioni, ma in qualche modo influirà».
Da La Repubblica del 31/05/2015.

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