Irene Nemirovsky. Suite francese.
by Maria Cristina Pesce
“Lo sappiamo che l’essere umano è complesso, diviso e sorprendente, ma ci vuole un tempo di guerra o di grandi rivolgimenti per scoprirlo. E’ lo spettacolo più appassionante e terribile. Non possiamo illuderci di conoscere il mare senza averlo visto nella tempesta come nella calma: solo chi ha osservato gli uomini e le donne in un tempo come questo, li conosce. Solo lui conosce se stesso”
La Suite francese è stato il primo libro che ho letto, tempo fa, della scrittrice ucraina Irene Nemirovsky, in assoluto il suo capolavoro, che mi ha ‘trascinato’ ad immergermi negli altri suoi scritti e a valutare se non meriterebbero di essere inseriti nell'elenco delle letture da proporre ai ragazzi. La maestria delle sue narrazioni, della prosa, delle potenti immagini che dipingeva con la penna, sono elementi che non hanno nulla da invidiare ai classici proposti nei licei. La sua recente trasposizione cinematografica oggi mi sollecita a parlare del romanzo, una versione che, per quanto ottima possa essere, non potrà mai offrire le emozioni, le sensazioni e le riflessioni suscitate dalla sua avvincente e formativa lettura.
Impostato come una sinfonia musicale, in cinque tempi, il romanzo é rimasto incompiuto per la cattura e la deportazione ad Auschwitz della scrittrice, lasciandoci solo due ‘movimenti’, due racconti, “Temporale di Giugno” e “Dolce”. Il primo si contestualizza sull'arrivo, sull’invasione, il secondo, sullo stanziamento delle truppe tedesche, mentre gli altri tre racconti: “Prigionia”, “Battaglia” e
“Pace”, , sono rimasti solo accennati nei suoi appunti, in appendice. Irene Nemirovsky possedeva una capacità straordinaria di dipingere situazioni, atmosfere e tracciare con minuzia profili umani, aveva una profondità introspettiva e una lucidità analitica quasi impressionante. Sapeva leggere l’umanità, rappresentare luci e ombre dell'uomo, francese o tedesco che fosse, andando oltre le appartenenze, le razze, le classi sociali.
Un romanzo realista, uno straordinario affresco storico, testimonianza dell’invasione tedesca in Francia, dell'orrore della guerra e della follia nazista. E' la storia di una nazione 'violata', dell’ineluttabilità della guerra che travolge una comunità e ne tira fuori il meglio e il peggio, rappresentata da vivide pennellate e da una carrellata di sentimenti umani: il cinismo, la vigliaccheria, l'amore, l'arroganza, l'aridità, la pietas umana, l'indifferenza.
In “Temporale di giugno”, il racconto si snoda nella fuga e nell’esodo di uomini e donne dalla Parigi degli anni quaranta, bambini, giovani e vecchi, malati, in panico, alla disperata ricerca della salvezza nei villaggi due Midi, lontani dall’invasione nazista. Sono disorientati, confusi, senza cibo, in fretta hanno dovuto abbandonare le loro case, e fuggire sotto i bombardamenti "Non sapevano perché fuggivano: la Francia tutta era in fiamme, il pericolo ovunque. E certo non sapevano dove stessero andando." Una storia corale di uomini e donne, le cui vite si intrecciano, perfette descrizioni di potente intensità che si alternano ad altre immagini liriche e leggere. La prosa è così intensa e realista che respiri l'odore della paura, l’atmosfera della guerra, percepisci sulla pelle l'aria della campagna e i suoi colori, vedi innanzi a te la fiumana umana che scorre nelle strade, gli sguardi smarriti, provi tu stesso il senso di provvisorietà, senti i boati dei bombardamenti e i palpiti della speranza di trovare un rifugio, di salvarsi “Di quando in quando rimbombava un’esplosione lontana -Non è per noi- pensavano tutti con un sospiro di sollievo. - Non è per noi, è per gli altri. Siamo fortunati - ”
Un romanzo dai tanti profili umani, come quello di Corte, vanitoso scrittore, snob esteta, terrorizzato dalla povertà, Langelet, il cinico collezionista, Arlette, l'immorale ballerina disposta a tutto, il ricco Pericand, la cui moglie, Charlotte, dall'animo apparentemente caritatevole, in realtà arido, dimentica il suocero, ma non di nascondersi addosso gioielli e denaro o di accatastare più cose possibili dentro la macchina. Figure cui si contrappongono i Michaud, la famiglia dal cuore nobile (che compare anche in Dolce), o lo stesso figlio dei Pericand, un sacerdote che tenterà di salvare un gruppo di orfani e che sarà lapidato dagli stessi.
In "Dolce", i tedeschi si stanno stanziando nel territorio francese, requisiscono case e alloggi per i loro militari. Ed é proprio nella casa di Lucille, giovane moglie di un soldato francese disperso in Germania, che si stabilisce il bel tenente tedesco, Bruno Von Falk. Un militare colto e dalla grande sensibilità che suona straordinarie sinfonie e che la guerra costringe ad essere quello che non è. In questo racconto, in primo piano, la struggente storia d'amore tra Lucille e Bruno, pagine di vera poesia, delicata e nel contempo così potente, due anime affini che si riconosceranno ma che si troveranno in una condizione che non permetterà l’evoluzione dell’ amore, che non ha la speranza di un domani “Povero mondo, così bello e così assurdo...Mentre questa musica, questo rumore della pioggia sui vetri, questo lugubre scricchiolio del cedro nel giardino di fronte, questo momento così dolce, così strano in mezzo alla guerra, questo non muterà. E' eterno.”
Una prosa cruda ma nello stesso tempo delicata, coinvolgente, che possiede l'ampio respiro dei grandi capolavori. Romanzo che non deve e non può cadere nell'oblio.
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