Nadezhda Georgieva Slavova, poetessa e scrittrice, con il senso pratico della realtà.


by Pier Carlo Lava
Nadezhda Georgieva Slavova è nata in Bulgaria nel1976 ma vive in Italia da quasi 20 anni, ad Alessandria da sedici. E’ sposata e mamma di due bambini, sin da piccola ha sempre dimostrato un grande amore verso la scrittura e la letteratura in generale. Da circa due anni  ha potuto riprendere la sua passione scrivendo per svariati club e siti di poesia. Le sue opere sono presenti in numerose antologie vincendo anche premi importanti. Da segnalare il primo posto del x|x concorso di poesia di Prato Sesia vinto con la poesia Gli addii (http://youtu.be/joBuKUpTIPo), inoltre ha pubblicato: DNA Speranza poesie, L’iride della poesia e La tredicesima porta.
L’abbiamo intervistata e per capire anche il punto di vista di una scrittrice, gli abbiamo posto fra le altre, alcune domande sulla situazione politica del nostro paese e di Alessandria, alle quali lei non si è tirata indietro e forse proprio perchè è nata in Bulgaria ma ormai vive da tempo in città e quindi ne ha visto l’evoluzione, risponde fotografando la situazione reale con lucida e condivisibile obiettività . Queste le sue risposte:
Chi è e dove vive Nadezhda Georgieva Slavova?
Sono di origine Bulgara ma vivo in Italia ormai da quasi 20 anni. Sposata, vivo ad Alessandria e sono madre di due bimbi. 
Chi è per te un Poeta e come pensi venga visto dalla gente? 
In realtà penso che tutti siamo poeti e che la poesia non sia altro che la voce della nostra anima: alcuni sono sordi al suo richiamo altri riescono, con spontaneità e sensibilità innata, a mettere in versi le emozioni e vestire in lirica il soffio di un sorriso, l’abbraccio del vento, il bacio di un tramonto. Infine  credo che tutti siamo parte di una meravigliosa poesia che è la vita. Per quanto riguarda il giudizio delle persone verso chi scrive ho la certezza intima che solo chi sa ancora volare ami chi crea e solo chi non ha dimenticato che siamo una particella di un divino pensiero apprezzerà sempre le liriche.   
Che cos’è la poesia, come nasce in te e che cosa ti ha insegnato la scrittura poetica?
La mia poesia non è nata adesso, scrivevo già all’età di 7 anni. Per me la scrittura in generale è stata, ed è, una fonte di salvezza in cui convogliare e sfogare le continue emozioni che provo ed è l’unico modo per liberarmi l’anima. 
Tu sei anche scrittrice, com’è nata in te la passione per la scrittura e cosa provi quando scrivi?
All’inizio era solo la poesia, poi capii che non mi bastava più. Così cominciai,  attorno ai 10 anni, a scrivere piccoli racconti. Cosa provo mentre scrivo? Forse è l’unica domanda a cui non potrei rispondere con certezza in quanto divento la mia mente in modo astratto, cioè mi osservo da fuori, ed è come se quello che sto realizzando non sia opera mia. Il modo in cui lo scritto si realizza è impossibile da descrivere. 
La mia poesia, così come la narrativa, non nascono pensate, meditate, costruite. 
Sono immediate ed è facile che un intero componimento nasca in pochissimi secondi , giusto il tempo di metterlo giù scrivendo alla velocità della luce. Da questo si capisce che non avrei il tempo materiale di pensare a ciò che realizzo. L’unica cosa certa è che tutto nasce nell’immediato e da un' emozione che provo sul momento. Mi basta osservare una persona anziana che cammina per strada appoggiandosi ai muri a fatica e dalla scena che percepisco visivamente la poesia sta già germogliando nel cuore. 
Come nasce quello che scrivi e su cosa ti piace scrivere in particolare?
Su come nasce l’ho già descritto sopra. Non scelgo un argomento. E’ l’emozione della vita che mi circonda che sceglie. 
Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Ve ne sono alcuni nel Novecento che per le loro caratteristiche ed i loro temi  mi sono più vicini: alludo ad Alberto Moravia, a Primo Levi e ad Italo Svevo. Il primo è un interprete fine e chiarissimo nell’esporre il mondo dei sentimenti e le difficoltà connesse al vivere la vita, di Svevo mi piace la sua profonda indagine psicoanalitica sull’uomo e specialmente lo scavo nella  coscienza, Primo Levi lo preferisco per lo stile descrittivo-realista, per i suoi dettagliatissimi resoconti del dolore e della sofferenza dell’uomo, sempre però senza esprimere giudizi ma dando una testimonianza precisa ed asciutta.
Hai scritto Gli addii, DNA Speranza e L’iride della poesia c’e ne vuoi parlare?
“Gli addii” è una poesia che ha vinto x/x concorso degli alpini di Prato Sesia tra le150 in gara. E’ stata una vittoria che mi ha riempita di orgoglio e di felicità, poiché questa poesia è una di quelle più sentite. Fa parte di me e chi la legge e l’ascolta rimane affascinato poiché  ci si ritrova dentro. 
DNA Speranza invece è stato il primo libro di poesie che non è più edito.
L’ultimo libro nato è L’iride della poesia” e come suggerisce il titolo è un concentrato delle mie ultime poesie.
Recentemente hai scritto La tredicesima porta, c’e ne vuoi parlare?
“La tredicesima porta” è un romanzo autobiografico. Lo sto presentando in tutta Italia e ricevo continue soddisfazioni da chi legge e poi mi cerca per dire il proprio pensiero. 
A 35 anni ho scoperto che la mia mente mi nascondeva delle realtà, relativamente alla mia vita passata, talmente crudeli nella loro nudità da indurre persino me stessa a voltarmi dall'altra parte e rifiutare di guardarle e prenderne coscienza. Era come rivivere un sogno a ritroso e quel sogno svelava un film dove io ero la protagonista
In questo sogno vi erano scene che   non sembravano da me vissute e non abitavano più le mie memorie e andavano recuperate. Per concludere ritengo positivo copiare qui due testimonianze di persone che hanno letto il libro e poi mi hanno mandato le loro impressioni "a caldo".
SELVAGGIAMENTE DONNA....
Chiusa in una prigione di violenza, declinata in tutte le possibili sfumature in cui la violenza familiare si abbatte da tempi immemorabili sulle donne, a cominciare dalla loro tenera età, Nadezhda combatte la sua guerra di indipendenza, conquistando il suo diritto all'amore, alla dignità, alla felicità. E quando credeva di aver scontato tutto il dolore, quando credeva di aver pagato un già alto tributo per il suo posticino nel mondo, quando lei
decide di compiere un altro gesto d'amore donando la vita ad un altro figlio, .... la vita le riserva un'altra dura prova colpendola nella più intima piega dell'anima, laddove può colpire il dolore per un figlio autistico.
Ma il suo nome significa Speranza, un nome un destino.... e lei questo ci trasmette, con il suo diario/biografia, "la tredicesima porta"..... Speranza, speranza che per tutte noi sia possibile attraversare il dolore, per quanto grande esso sia, e trasformarlo comunque e sempre in amore.....
Grazie Nadezhda.
Stai già scrivendo il tuo prossimo libro, c’e ne puoi parlare?
Sì. Sto ultimando due libri. Uno tratta una questione non facile, l'autismo. Sto dando però tempo al tempo poiché questo libro dovrà essere un supporto per chi si ritrova nella situazione che ho vissuto e tutt’ora sto vivendo io, come madre di un meraviglioso figlio autistico, totale smarrimento, paura e niente e nessuno in grado di darmi risposte se non le parole di specialisti che freddamente descrivono uno stato mentale che non hanno nemmeno avvicinato. Io penso che l’autismo vada vissuto, seguito, sofferto…guardato dritto negli occhi per poter capire la ragione di quel silenzio e le sue problematiche.
Il secondo libro sarà un romanzo reale di un problema che riguarda la società, però per ora non dirò altro.  
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
Cultura è parola omnicomprensiva in cui vengono a confluire troppi aspetti per fare un resoconto del suo stato attuale e futuro in Italia. Per alcuni c’è sicuramente da intervenire a livello politico salvaguardando ciò che in tutto il mondo è conosciuto:  ad esempio il nostro vasto e ricco patrimonio culturale in beni archeologici ed architettonici;  per altri, cioè la cultura del rispetto, dell’integrazione, quella della circolazione delle idee,  bisogna far leva sulle nuove generazioni: non si può prescindere dalla conoscenza della storia politico-letteraria così come dalla conoscenza della lingua, facendo dei distinguo in quanto cultura non coincide necessariamente con istruzione in quanto le conoscenze vanno sfruttate per analizzare ed interpretare la società, senza contare il fatto che tutti i valori affondano le loro radici nel grande patrimonio di cultura proprio di ogni nazione. Purtroppo c’è ancora una massa enorme che subisce influenza dai mass-media piuttosto che crearsi una opinione propria attraverso il confronto e l’analisi. E, per concludere, il concetto di cultura è legato a quello di crescita:  si sa che se non vi è cultura non vi alcuno sviluppo. 
Un poeta come immagina la politica e che cosa vorresti chiedere ai politici?
La politica non è più tale da un po’ di tempo. La vera politica un po’ come il calcio sta svanendo diventando un campo di mercato, tra chi compra, chi vende,  e vince chi prende l’appalto. Se poi devo aggiungere che la società odierna è diventata lo specchio dell’egoismo, non sbaglierei affatto. Così facendo non vi è più nulla di collettivo e nella   famosa fiaba, anche (bulgaria) laddove i figli del re si sono divisi per vincere singole guerre, è stato un fallimento. C’è un chiarissimo esempio di vita, dove ognuno di questi figli sollecitati dal padre hanno preso un ramo e facendo leva sulle ginocchia il ramo si spezzava. Ma quando i rami si unirono come i fratelli che si erano separati e diventarono uniti, nessuno di loro riuscì a spezzarli. Lo stesso secondo il mio parere vale per tutto. Laddove c’è divisione, peggio si vivrà. Sono cresciuta con certe idee che non sto ad elencare, ma ho reso chiaramente il pensiero. La politica infine deve pensare al fatto che una nazione continui a poggiare le sue fondamenta sulla cultura, facendo in modo che essa non scompaia o muoia del tutto.  
Che cosa pensi della situazione di Alessandria?
Penso che questa città stia vivendo una grande crisi. Oltre ai problemi avuti per il dissesto politico ed economico, Alessandria ha perso la sua identità una volta fondata su imprese e personaggi molto importanti. Penso che il recupero  sarà molto difficoltoso. 
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Chi ha letto il mio libro sa che io non programmo ma lascio scorrere le stagioni in un sorriso, cercando il mio nome in tutto. Il futuro non è poi staccato dal presente così anche dal passato, unendo quindi i tempi divisi da noi stessi , trattengo nel cuore l’attimo, mentre il resto è solo nel sogno che si fa vivendo. 
Nel cassetto tengo gelosamente solo i sorrisi dei miei figli.
Cosa augureresti a chi Ama scrivere testi poetici ?, puoi terminare con un Verso?
Menziono ancora il mio libro. Fra le sue pagine vi è una cosa che penso veramente. Se non è per passione, per un dono alla vostra anima, un talento innato, scrivete lo stesso, anzi, scrivete ancor di più. Non vi è una terapia più valida di questa per l’anima, per lo spirito , per recuperare tutto di voi oppure, al contrario, lasciare andare dolori e sofferenze. Non importa la bravura in questo, riuscire a mettere nero su bianco i vostri pensieri più intimi, che nascondete per tanti motivi è una vincita su voi stessi. L’augurio dunque viene da sé…scrivete e leggete sempre. 
Metto qui una delle mie ultime poesie.
Prima di riprendere la veste del viaggio
Cadono le foglie di sguardi tristi 
Amore che sta svanendo con l’autunno 
E labbra che sfiorano le mani intrecciate 
Prima di riprendere la veste del viaggio. 
Tu cammina, non fermarti ora passione mia 
Oltre il ponte sarà l’eterno ad aspettare 
E mentre alzo il volto con gli occhi chiusi 
Il cielo ancora una volta tuona e poi, piange.

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