Sartori, il papa e gli africani [Il Citazionista]


di Andrea Antonuccio.
«Il rimedio vero sarebbe una drastica riduzione delle nascite (specialmente in Africa) che ci restituirebbe un pianeta vivibile. A questo effetto le maggiori responsabilità sono della Chiesa cattolica (per l’Africa e anche parte dell’America Latina). [...] E la nostra televisione è inondata da appelli di soldi per salvare i bambini africani. A che pro?»
Giovanni Sartori, Corriere della Sera del 23 novembre 2013
L'articolo si intitola "Una modernità fuori misura", la testata è il Corriere della Sera e la firma in calce è quella del professor Giovanni Sartori. Da questa combinazione ci si dovrebbe aspettare un uso non banale della ragione, un approfondimento reale sulla situazione che il nostro pianeta sta attraversando, uno sguardo più aperto su ciò che accade.
E invece cadono le braccia nel leggere il virgolettato di cui sopra. Almeno a me. Magari qualcuno di voi condivide, può anche essere.
A ben vedere, il ragionamento ha una sua logica. Dice Sartori: andiamo in Africa e diamoci da fare per ridurre drasticamente le nascite in quel disgraziato continente. Così facendo, staremmo tutti molto meglio (un tantino razzista, non vi pare?). Andiamo in Africa, allora, e adoperiamoci affinchè 'sti mandinghi superdotati non copulino più, o almeno stiano più attenti. I metodi esistono, basta applicarli.
Potremmo già essere a buon punto con l'operazione "pianeta vivibile", se non fosse per quel guastafeste di papa Francesco che, invece di dare il via libera ad un progetto di così ampio respiro, si ostina (cito testualmente) «a carezzare molti bambini, stringere molte mani e
a distribuire in piazza San Pietro la “Misericordina” che poi, aperta la scatolina, è un rosario». Si capisce che in quella scatolina Sartori avrebbe messo un po' di preservativi, altro che rosari.
Secondo punto. Sarebbe anche ora di finirla con questi assurdi "appelli di soldi" per salvare i bambini africani. A che pro, si chiede Sartori? Meglio farli morire di fame, no? Converrete (con lui) che non è etico sprecare risorse preziose per nutrire chi non avrà mai un futuro.
La carità e il rispetto della vita, concetti così lontani dalle buone letture del professore, ormai appartengono solo a quei retrogradi dei cattolici. Ed è per colpa loro, dei cattolici, se il mondo va in rovina, se il pianeta si sfascia e la natura si ribella, Sardegna e Filippine comprese (leggetevi l'articolo completo, c'è scritto proprio così).
Caro Sartori, posso comprendere il suo astio verso il papa e i cattolici. In fondo, essi sono l'unico vero ostacolo ai suoi piani mengeliani. Ma gli africani, mi perdoni... che cosa le hanno fatto?
PS: fossi nei panni del direttore Ferruccio De Bortoli, proverei un forte imbarazzo a pubblicare certi articoli. Ma temo che a Sartori, anche volendo, non si possa dire mai di no.

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