Di cosa deve occuparsi la scuola? [La coda dell'occhio]
by corriereal
di Paolo Zoccola

Magari possono farlo tra un viaggetto in auto e l'altro, oppure alla sera quando il loro programma preferito viene interrotto dalla pubblicità.
Ritornando al tema per mettere i puntini sulle i, di fronte a queste mutazioni sociali la scuola – democratica per definizione e di massa per dovere - si fa vanto della sua progressiva tecnicizzazione e si affanna non a trasmettere cultura, ma a 'formare' cervelli, sempre col fiato corto per rincorrere il pragmatismo americano e il relativismo imperante in modo da poter poi scalare classifiche dei questionari Invalsi, che il problema della trasmissione della cultura non e lo pongono neppure ma mirano esclusivamente ad appurare le abilità cognitive degli studenti.
E così tra tecnicismi e relativismi vari il senso di identità e di apparenza che dovrebbe essere il bagaglio minimo con cui si esce dalla scuola primaria, va a farsi benedire, tanto, cognitività per cognitività conoscere i miti sulla nascita del mondo degli aborigeni australiani vale quanto sapere di Adamo, di Eva, dell'albero e del serpente.
Così per invitare a riflettere su quello di cui dovrebbe occuparsi la scuola pubblica, mi piace
chiudere questa coda con un'ampia citazione di Ida Magli che traggo dal sito www.italianiliberi.it
"La scuola di stato, proprio in quanto tale, ossia pagata dai cittadini italiani e affidata a insegnanti scelti dallo stato, ha
il dovere di preparare cittadini italiani.Essere cittadino italiano significa sentire il legame con la terra d’Italia, conoscerne e apprezzarne il prezioso patrimonio linguistico, storico, culturale, religioso traendone l’alimento fondamentale per la formazione della persona. Tanto più questo deve avvenire quando gli alunni non ne possiedono una lunga tradizione familiare alle spalle come nel caso di immigrati provenienti dai più diversi paesi del mondo. In altri termini questo significa che la scuola di stato italiana ha diritto a questo nome e alle ingentissime spese per il suo mantenimento in quanto serve alla conservazione e al futuro dello stato italiano. Il fatto che vi sia stata una forte immigrazione [...] deve indurre a rafforzare il senso dell’ identità italiana come bene comune da parte di tutti e non indebolirlo e snaturarlo con l’inserimento multiculturale. La presenza del cristianesimo in tutti gli aspetti della storia italiana, da quella politica a quella sociale, da quella letteraria a quella artistica, ne è parte integrante e non scindibile per cui qualsiasi discussione o incertezza su questo argomento può essere frutto soltanto dell’ignoranza o della malafede".
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