L'ECO DI UN'OMBRA, Gianni Regalzi
by, Gianni Regalzi
L'ECO DI UN'OMBRA
Nella penombra della mia cantina
il cassetto impazzito
mi sputa in faccia senza alcun pudore
tutto quello che un dì desideravo,
ma che il destino o il caso m'ha negato.
il cassetto impazzito
mi sputa in faccia senza alcun pudore
tutto quello che un dì desideravo,
ma che il destino o il caso m'ha negato.
Uno stropicciato spartito musicale,
due corde di violino,
una penna stilografica
con l'inchiostro seccato,
un libro di poesie
con sottolineature in rosso e blu.
due corde di violino,
una penna stilografica
con l'inchiostro seccato,
un libro di poesie
con sottolineature in rosso e blu.
Non accendo la luce,
sarebbe troppo triste ed ho paura.
sarebbe troppo triste ed ho paura.
Mi siedo sulla sgualcita poltrona
poi chiedo gli occhi e sogno.
poi chiedo gli occhi e sogno.
Mi appaiono i fantasmi del passato,
vestiti solamente di illusioni
e dalla scala buia
sento l'eco di un'ombra che mi chiama.
vestiti solamente di illusioni
e dalla scala buia
sento l'eco di un'ombra che mi chiama.
Inutilmente fingo di non sentire.
Alessandria, 6 Kislev 5777 (6/12/2016)
Gianni Regalzi
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)
(Foto by Web)
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