Corruzione al grattacielo processo a gennaio 2018

Corruzione al grattacielo processo a gennaio 2018
Rinviati a giudizio i sei indagati per le varianti ai lavori nella costruzione del nuovo palazzo unico della Regione. Alla sbarra anche l’ex presidente Enrietti. Udienza fissata in una “data molto lontana a causa di un sovraccarico alla sezione dibattimentale”
Sono state rinviate a giudizio le sei persone indagate nell’inchiesta della procura sulla costruzione del nuovo grattacielo che ospiterà a Torino la maggior parte degli uffici dellaRegione Piemonte. I pm Stefano Demontis e Giancarlo Aventi Bassi hanno ipotizzato nei loro confronti il reato di corruzione. Al centro dell’inchiesta la variante migliorativa da oltre 50 milioni di euro che, secondo l’accusa, sarebbe stata approvata senza alcuna reale necessità. Fra gli indagati ci sono ex funzionari regionali, i responsabili del consorzio di imprese che si è aggiudicata la commessa e quelli di alcune ditte che hanno operato in regime di subappalto. L’udienza è stata fissata nel gennaio 2018. “Abbiamo preso atto di un rinvio a data molto lontana, probabilmente a causa di un sovraccarico alla sezione dibattimentale”, commenta Paolo Pacciani, difensore di Ezio Enrietti, imprenditore titolare della Les e all’inizio degli anni Ottanta presidente della Regione.

Oltre ad Enrietti, sul banco degli imputati siedono sua moglie Maria Grazia Ferreri, ex direttrice del Patrimonio regionale, Luigi Robino, all'epoca direttore del settore regionale delle Opere pubbliche e attuale direttore di trasporti e logistica, Carlo Savasta, ex direttore dei lavori del grattacielo, Paolo Rosa, uomo di Coopsette al'intemo della società Torre Piemonte, e Claudio Santese, amministratore delegato di Les srl.

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