Una serata come le altre (raccontino di Davide Morelli)


 

 Nell’animo bisogna sempre stare attenti che non si sovraffollino gli affetti. Si rischia una sorta di saturazione. All’improvviso una sera come le altre ritorna alla mente una persona cara che ha significato molto a suo tempo. È stata molto importante a suo tempo per noi ma non è vero il contrario: noi non abbiamo significato niente per lei. È inutile cercare di scacciarla via. Pensavamo di averla dimenticata ed invece proprio no. Forse siamo ancora degli ingenui. È inutile scacciarla via. È inutile. Non ci si può opporre alla nostalgia. Ci tormentiamo ancora. Si ritorna così indietro di anni e gli anni è risaputo nella memoria non sono che istanti ed ogni anno una serie di immagini ed episodi. Niente di più. Non si contano gli aneddoti, le amenità e le sciocchezze. Quanto eravamo giovani allora! Quanto tempo è passato! Quei giorni non ritorneranno più ed altre considerazioni amare. Si viene a sapere che la ragazza di un tempo si è sposata ed ha un figlio. Ma non si può far niente. Meglio per lei! Era destino. Doveva andare così. Si deve banalmente concludere così per non farsi troppo male. Il grande burattinaio che tiene i fili ha deciso così. Purtroppo qualche persona se ne è andata. Purtroppo qualche persona l’abbiamo mandata via noi volontariamente allora. L’abbiamo fatta scendere dalla nostra corriera qualche fermata fa. Ancora non sappiamo quale sarà la destinazione né quanto carburante abbiamo. Sappiamo che qualche persona è scesa. Allora ci sembrava inevitabile. Ritorniamo indietro con la mente, ma non possiamo tornare sui nostri passi. Forse siamo morti dentro. Forse qualcosa di noi è morto rispetto ad allora. Ma non bisogna confondere questa inquietudine sottile con il dolore vero. Sono altre le cose per cui piangere. La poesia non può servirci in situazioni come queste e poi non siamo poeti. Abbiamo smessso di pensare e non abbiamo più grandi sogni. Abbiamo quasi messo la testa a posto. Si dice così? Siamo più ponderati rispetto ad un tempo. Siamo maturi ormai ma non propriamente maturati. Passiamo in mezzo ai ladri, agli spacciatori, ai tossicodipendenti. In fondo siamo tutti umani e precari. Domani arriverà presto. Le ombre si assottiglieranno, si diraderanno. Gli ectoplasmi della notte verranno squarciati via dal mattino. Verrà l’alba e con i suoi raggi benedirà tutte le strade e le case. Le piazze si riempiranno di macchine. Il centro pulserà di nuovo come un cuore. Chi ha la croce con un cuore al centro? Chi ha un ciondolo del genere sul proprio petto? Altre cento domande inutili girano nella mente. La croce può avere mille forme. Non è un simbolo come un altro qui da noi. L’amico ascolta. Le belle di notte ci passano accanto e ci invitano a fare un giro con loro. Ma noi proseguiamo oltre. Non è tempo di finire le nostre voglie tra le braccia sbagliate. Una avventura maldestra complicherebbe le cose e basta. Non è tempo neanche di pensare troppo agli errori del passato. Camminiamo e andiamo oltre. Ormai la zona più pericolosa della città l’abbiamo passata. L’amico ascolta e fotografa la luna perché c’è una luna bella e grande. All’improvviso passa un treno e distrugge l’incanto. Sul selciato vicino al ponte della ferrovia solo l’eco dei nostri passi. È già ora di rincasare. Verrà il mattino e i mattinieri potranno ammirare le gocce di rugiada sulle ragnatele e i fili d’erba. Noi nottambuli invece dobbiamo stare attenti a non farci investire dagli automobilisti. A dire il vero siamo gufi soltanto questa sera. Non siamo dei viveur né dei bravi ragazzi. Passa il tempo e ci sta stretta qualsiasi definizione. Ma tutto questo in fondo è solo una menata. Siamo amici di vecchia data. Siamo amici di infanzia. Ma non è tempo ormai di voltarsi indietro e sappiamo che il passato sarà certamente di più del futuro, anche se non poniamo limiti alla Provvidenza. Comunque credete a me. Non è il momento di citazioni e di mettere troppa carne sul fuoco. È sempre meglio non rifugiarsi nel vino che è solo una evasione, una fuga dalla realtà. Anche se volessimo siamo impossibilitati ormai dal percorrere questa strada. Abbiamo dei limiti fisici. Lo teniamo presente che la nostra salute potrebbe essere cagionevole. L’importante è smaltire la cena di stasera, digerire e svegliarsi freschi come una rosa. Bisogna essere pratici una volta tanto. Ognuno ritorna alla sua casa. Ci congediamo, promettendoci di rivederci presto. Un’altra serata è andata. È passata via leggera. Anche quando la malinconia ci attanaglia bisogna ricordarsi che sono altri i dolori veri e le cose per cui piangere.

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