La Rai
Nelle prossime settimane discuteremo del contratto di servizio per la RAI, di concessione, di temi che solitamente vengono affrontati solo dagli specialisti. Mi piacerebbe che ne parlassero gli italiani. Perché la Rai non è del Governo, non è del Parlamento, non è del ministro. La Rai è delle italiane e degli italiani.
E allora ho chiesto agli uffici competenti di aprire un dialogo in tutte le forme, in tutti i luoghi possibili, su cosa si aspettano i cittadini dalla Rai.
Che tipo di servizio educativo? Che tipo di missione informativa? Quale rilancio culturale? Quale protagonismo industriale? Quali idee per i nostri figli?
E - adesso lo confesso - io ho un piccolo conto aperto con la Rai.
No, non vi spaventate. Non mi riferisco ai talk-show. Qualcuno dice che io voglio i talk-show come piacciono a me. Se guardate, siamo al Governo da due anni e i talk-show si moltiplicano. E per chi ancora li segue non sarà difficile notare come io ci partecipi sempre meno, ma i miei oppositori talvolta sembrano vivere negli studi televisivi, qualcuno sembra quasi dormire negli studi televisivi. Buon per loro, se si divertono: viva il pluralismo.
Quello che devo confessarvi è che una delle mie prime iniziative da giovane studente universitario fu quella di chiedere insieme a un gruppo di amici di togliere la pubblicità dalla tv dei bambini. Eravamo giovani ingenui e forse illusi. Infatti non ci filò nessuno, nemmeno per sbaglio.
Oggi sono molto contento di segnalarvi la decisione del DG della Rai, Antonio Campo dall'Orto, che ha disposto che dal 1° maggio 2016 la tv dei bambini (Rai Yo-Yo), ma anche Rai Cinque e Rai Storia non avranno più la pubblicità. è una cosa piccolissima, mi rendo conto. Però ci tenevo a condividerla, da padre prima ancora che da presidente del consiglio.
Ovviamente le sfide strategiche della Rai sono molto più grandi.
Matteo Renzi
Leggo come sempre volentieri le vostre email all'indirizzo: matteo@governo.it
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