E sei oro sul lino, Giuseppe Pippo Guaragna

E sei oro sul lino
La sentivo così,
come un vago respiro,
e m’arrivava lieve
quella musica stanca,
come d’acqua sorgiva
che s’accompagna al vento,
come grano che freme
al taglio della falce.
E lesta si dipana
la matassa del sonno,
quando l’alba ti trova
calda tra le lenzuola,
e sei oro sul lino,
alabastro prezioso
in questa mezza luce
che t’indora la pelle.
Ti respiro e ti voglio.
Nella luce di perla
filtra un raggio di sole
che t’illumina il seno.
Apri gli occhi, sorridi,
quel sorriso è un invito,
e il tuo corallo rosa
come conchiglia mostri.
Sono verdi i tuoi occhi
come smeraldi accesi,
e in te mi perdo ancora,
nella tenera carne
che s’è fatta di fuoco,
nell’afrore di donna
come mosto nel tino,
che m’attrae e consuma.
Alto è il sole a Levante,
filtra a stento le tende,
ci disegna sul fondo
riportandoci al mondo.

24.03.2016

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