Trash (Stephen Daldry, 2014) by Barbara Rossi


by Barbara Rossi
Da giovedì 27 novembre esce anche nelle sale italiane l’ultimo lavoro di Stephen Daldry, il regista di “Billy Elliot” (2000), vincitore del premio BLN del pubblico all’ultimo Festival cinematografico di Roma. Il film è tratto dal romanzo di Andy Mulligan “Trash, una storia di soldi e bambini sporchi”, che è stato sceneggiato da Richard Curtis.
Quando due ragazzini che smistano rifiuti nelle favelas di Rio trovano un portafoglio in mezzo ai detriti giornalieri della discarica locale, fanno presto ad immaginare che le loro vite cambieranno per sempre. Solo quando la polizia locale si fa avanti, offrendo loro una generosa ricompensa in cambio del portafoglio, i ragazzini, Rafael (Rickson Tevez) e Gardo (Luis Eduardo), si rendono conto dell’importanza del loro ritrovamento. Con l’aiuto del loro amico Rato (Gabriel Weinstein), il trio inizia una straordinaria avventura cercando di tenersi stretto il portafoglio, eludere la polizia, e scoprire i segreti che nasconde. 
Lungo il percorso, i ragazzi dovranno distinguere gli amici dai nemici, cercare di ricostruire la storia del portafogli e risalire al proprietario, rendendosi conto di non potersi fidare della polizia. Ma una coppia di missionari americani che lavora nella loro favela - il disilluso Padre Julliard (Martin Sheen) e la sua giovane assistente Olivia (Rooney Mara) - potrebbe indirizzarli sulla strada giusta.
Il produttore Kris Thykier ha da subito colto le potenzialità del libro e del film: «Siamo in un periodo d'oro per la narrativa young adult, che affronta temi scottanti. Molte storie dei più importanti adattamenti cinematografici provengono proprio da quell’universo. Trash non vuole edulcorare il mondo in cui vivono i personaggi. Questi ragazzini vivono in una realtà particolarmente difficile, ed è importante mostrarne non solo l'orrore e la miseria, ma anche che le
condizioni delle persone che vivono all'interno di queste comunità, essendo pur sempre degli esseri umani».
Martin Sheen, che interpreta Padre Julliard, avvicina la storia a Le Avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain. «Si tratta della storia di questi tre ragazzini, del loro ottimismo, del coraggio e del senso di avventura. Ci danno davvero modo di credere che è possibile superare degli ostacoli insormontabili, e risolvere dei problemi incredibilmente ardui.» 
Lo sceneggiatore Richard Curtis aggiunge: «Le cose possono cambiare, e il Brasile ne è un ottimo esempio. Questo film mostra la corruzione e la violenza, ma in realtà è la lotta contro tutto ciò che emerge, piuttosto che la sensazione di disillusione della gente che la vive». 
Conclude Sheen: «Raccomando questo film ai bambini, agli adolescenti ed agli adulti, perché è davvero rivolto a tutti. Stiamo vivendo un periodo molto difficile, in cui i giovani non sono realmente incoraggiati a perseguire i loro sogni. Trash dice: non solo si può vivere una vita eroica, ma bisogna farlo».
Si consiglia caldamente la visione di questo film: sull’onda, speriamo non solo emozionale ed effimera, di una recente riscoperta da parte del cinema delle storie in cui ad agire, a porsi domande, a rappresentare il principale perno narrativo e l’arco di evoluzione del personaggio sono degli adolescenti (vedi il recente “Boyhood” di Richard Linklater e l’ultimo film di Jeff Nichols, “Mud”, 2012).
Molto convincenti, nel caso di “Trash”, risultano anche le interpretazioni dei tre ragazzini protagonisti, non professionisti e selezionati dalla produzione nei luoghi stessi delle riprese dopo una lunga ricerca. Terminata la loro partecipazione al film, sono stati aiutati nel proseguire gli studi e stimolati nel coltivare la loro passione per il cinema.

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