Male in Piemonte (ma migliore della media in Italia): il tribunale record per arretrati nel civile
La percentuale sul totale dei procedimenti al 31 dicembre 2013 pendenti da più di tre anni, si attesta sul 15,5 per cento contro una media italiana che sfiora il 28 per cento |
I dati del ministero: Alessandria risulta ultima in regione
EMMA CAMAGNA
ALESSANDRIA
In Piemonte, regione che annovera i tribunali con i più alti tassi di efficienza d’Italia, il palazzo di giustizia di Alessandria è quello con più arretrati sul fronte della giustizia civile. In base ai dati diffusi ieri dal ministero la percentuale sul totale dei procedimenti al 31 dicembre 2013 pendenti da più di tre anni, si attesta sul 15,5 per cento contro una media italiana che sfiora il 28 per cento. Seguono Biella (12,45 per cento), Cuneo (7,9). Ivrea (6,9), Torino (6,3), Verbania (5,5), Asti (5 per cento).
Fin qui il comunicato ministeriale. Ma come la pensano, cosa dicono in proposito gli addetti ai lavori? La parola a Piero Monti, presidente dell’Ordine degli avvocati. E’ piuttosto categorico: «Va subito premesso che i dati diffusi possono dare adito a diverse interpretazioni. Bisognerebbe capire come sono stati esattamente calcolati anche perché, proprio di recente, si è scoperto, senza possibilità di dubbio e smentita, che il numero dei fascicoli civili pendenti a livello nazionale è di gran lunga inferiore a quello più volte comunicato dalle fonti ufficiali con
cui si teneva conto di pratiche non di contenzioso ordinario ma destinate a perdurare negli anni, quelle, cioè, relative alle tutele (minori, disabili, fasce deboli ndr)». Prosegue il legale: «Non so come se la cavino in altri tribunali, da noi è pesante il problema della scopertura di organici, magistrati e personale amministrativo. La situazione è, e diverrà, sempre più difficile anche se va riconosciuto il massimo impegno da parte di tutti».
Il riferimento è all’accorpamento dei tribunali a seguito del quale Alessandria si è «presa in carico» Acqui, Novi, Tortona. In Procura dovevano arrivare sei nuovi pubblici ministeri: ne hanno inviati due e le carenze sono molto più marcate fra il personale amministrativo dal momento che da anni non vengono banditi nuovi concorsi. T ra breve in cinque se ne andranno perché collocati in pensione e al loro posto ne arriva uno. Fatte tutte queste premesse sia il presidente Monti sia altri «addetti ai lavori» non notano grossi, particolari ritardi o peggioramenti rispetto al passato, anzi ci sono giudici molto tempestivi che da qualche tempo iniziano le udienze alle otto del mattino. Mai successo in passato. Per Piero Monti i problemi grossi si registrano dai giudici di pace, ma questo è un altro discorso.
Con lui concorda Gherardo Caraccio, per decenni civilista e presidente dell’Ordine. «Mai prendere per buone le statistiche. Sono dati che vanno letti nella giusta direzione, interpretati e verificati sul territorio, ma una cosa è certa: io e la mia squadra abbiamo sempre combattuto contro la carenza di magistrati, lo “scoperto” è stata una costante. Quante volte siamo andati a Roma e al Csm per sollecitare coperture da uomini del governo e della magistratura e per seguire le pratiche che dovevano passare alla Corte dei Conti per cercare di sveltirne l’iter». Caraccio osserva poi che un fascicolo particolarmente complesso può, da solo, bloccare il normale svolgimento del corso della giustizia che in campo civile da decenni è lenta. «E’ un fatto endemico, nessuno più, purtroppo, se ne stupisce».
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