Ladri rubano anche le statue al cimitero di Alessandria: “Profanata la tomba di mia figlia”

Aldo Borroni, sulla tomba dove sono state rubate le Madonne

La denuncia del padre di Simona, una ragazza morta a vent’anni nel 1994
Ci sono tanti modi di rubare in un cimitero. In quello di Alessandria c’è una volpe che ruba i «piattini» dei gatti per portare il cibo ai suoi cuccioli e c’è un riccio che mangia la pappa con i mici. Poi ci sono gli sciacalli, che non sono i mammiferi con il muso appuntito e le orecchie corte ma i ladri umani.   
Quelli che, aggirando l’entrata principale del camposanto, riescono ad entrare ugualmente e si portano via le Madonnine in ceramica. Statue di bella fattura che magari ora fanno bella mostra di sè in qualche giardino. È addolorato Aldo Borroni, 75 anni, alessandrino, ex operaio Michelin. È il padre di Simona, una bella ragazza morta a 20 anni nel 94. I genitori da allora curano la sua tomba nella terra, dove ci sono i fiori e un angelo. Ma quell’angelo non è bastato a fermare la mano dei ladri che prima hanno portato via un pino verde e argentato, poi nel corso degli anni due statue, una della Madonna, l’altra di Bernardette, mentre una
terza della Madonna di Lourdes in questi giorni è stata rotta. Aldo Borroni accarezza la foto di Simona e racconta il suo dolore ma soprattutto quello di sua moglie: «L’altro giorno quando sono passato per cambiare l’acqua ai fiori e ho visto che non c’era più la Madonnina, mi sono sentito quasi male. Non sapevo come fare a dirlo a mia moglie».  
Lei, Pia, 72 anni, ex infermiera, con dolente rassegnazione ha solo detto:«Pazienza metteremo i soldi da parte e gliene porteremo un’altra». Aldo indica dove erano state sistemate le effigi: «Non di gesso, ma di ceramica, di bella ceramica» specifica e aggiunge: «E’ una vigliaccata rubare ai morti, ma come si fa a fare una roba del genere?».Eppure non è l’unico caso. Nonostante la vigilanza dei custodi, ad Alessandria come in provincia, i furti nei cimiteri sono all’ordine del giorno. Avvengono di preferenza nell’intervallo del pranzo quando i cimiteri sono deserti e in quelli di campagna a volte incustoditi di notte. Spariscono i vasi, le parti delle cappelle in ottone o rame, ma anche le cornici, le lettere incise, i marmi, i mazzi di fiori, le lampadine dei lumini. E quelle piccole cose cariche d’amore che ornano le tombe, perchè come scriveva Ugo Foscolo «Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi». Che i ladri di cimiteri profanano.

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