Le novità per le imprese agricole. “La nuova Pac 2014-2020: tra sostenibilità e innovazione”


La Riforma della nuova Politica Agricola Comune.
Se ne è parlato questa mattina durante un affollato convegno organizzato da Coldiretti Alessandria nell’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale
“La Pac deve essere lo strumento per far crescere le imprese, per essere sempre più competitive e per rispondere alle nuove esigenze del mercato. La Pac continuerà ad esserci sempre, anche nei prossimi anni ma non dovremo più parlare di riforma ma di innovazione per le sviluppo delle aziende”.
Con queste parole il professor Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia ha chiuso il suo intervento: una relazione molto attesa e condivisa dai numerosissimi imprenditori che hanno gremito all’inverosimile l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” dove, questa mattina, si è svolto l’incontro organizzato da Coldiretti Alessandria dal titolo “La nuova Pac: tra sostenibilità e innovazione”.
Ad aprire il convegno il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino che ha fatto il punto su “come si pone Coldiretti nei confronti della nuova Pac” puntando l’attenzione soprattutto sulle aspettative generate dalla Riforma nel mondo agricolo ed evidenziando l’importanza strategica ed economica dei fondi che giungeranno sul nostro territorio. Di qui la ferma volontà, come più volte ribadito da Coldiretti, di destinare le risorse alle imprese agricole professionali e di vigilare affinchè la black-list, ovvero l’ elenco di quanti non possono accedere ai fondi Pac, non sia aggirata o, peggio ancora, non rispettata.
Questa decisione va di pari passo con la riduzione del 50% dei premi che eccedono i 150.000 €, e del 100% per quelli che eccedono i 500.000 euro, al netto del costo del lavoro, al fine di preservare comunque l’occupazione in agricoltura.
Obiettivo della mattinata è stato quello di informare gli imprenditori agricoli sulle ultime novità e offrire l’occasione per sostenere con gli interventi il modello agricolo italiano e le sue distintività: la nuova Pac, infatti, con le sue regole, frutto di un lungo percorso negoziale fra Stati, Regioni e Unione Europea, va nella direzione di assicurare un sostegno ai settori portanti della nostra agricoltura ed andrà ad incidere sull’occupazione e sullo sviluppo dei nostri territori, “responsabilizzando” sempre più gli imprenditori sulle scelte da effettuare.
Tra le novità della nuova Pac  quella della concessione degli aiuti agli agricoltori in attività, con l’esclusione dai pagamenti diretti di alcuni soggetti che nella vecchia programmazione beneficiavano comunque di contributi comunitari. Una delle scelte ormai consolidate è il modello di convergenza, che farà variare il valore dei titoli di ogni azienda, fino al raggiungimento di una situazione definitiva nel 2019. 
Altro tema importante che è stato affrontato durante l’incontro è stato quello del “Greening”, un impegno obbligatorio che
si aggiunge a quelli dettati dalla “Condizionalità” e i giovani agricoltori, per i quali è previsto un sostegno aggiuntivo.
Inoltre, tra le possibilità previste dalla nuova Pac, quella di destinare parte del plafond nazionale per gli aiuti accoppiati, ovvero agli aiuti concessi a settori produttivi che si trovano in difficoltà o rivestono una particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali.
“Le difficoltà incontrate nel mettere insieme esigenze ed aspettative così diverse sono state alla base di una riforma che esce in ritardo e che è particolarmente complessa ed articolata. Non a caso il neo Commissario Europeo all’Agricoltura Hogan ha affermato di volersi impegnare fin da subito per proporre una revisione orientata alla semplificazione per la revisione di medio termine, prevista per il 2018. – ha sottolineato il presidente provinciale Roberto Paravidino - Ma, volendo guardare questa riforma con spirito costruttivo ed orientato al futuro, citerei anzitutto il temuto taglio delle risorse che l’Europa destina alla Politica Agricola che non è stato così pesante come si temeva: si è riusciti a contenerlo in un contesto di crisi economica e di spending review”.
Altra importante novità è l’allargamento a colture fino ad oggi escluse dai premi PAC a settori molto importanti per la nostra Provincia quali, in particolare,  il viticolo: i viticoltori, infatti, che fino a ieri non avevano accesso alla PAC, dal 2015 potranno fare domanda e ricevere il premio PAC, insieme a frutticoltori, orticoltori e vivaisti. Si ricomprende quindi meglio l’agricoltura nel suo insieme.
La nuova definizione di “Agricoltore Attivo”, che rappresenta una delle più importanti novità di questa riforma, consentirà inoltre a molte piccole aziende, che rappresentano l’ossatura della nostra agricoltura, di avere accesso ai premi anche con modalità più semplificate, favorendo soprattutto le aziende che operano in aree svantaggiate, e penso soprattutto alla montagna e all’importanza che la presenza dell’uomo-agricoltore ha per la manutenzione di quelle zone, importanza particolarmente rimarcata dai disastri meteorologici di quest’ultimo mese. 
Simone Moroni, direttore provinciale Coldiretti Alessandria, a conclusione dei lavori, ha evidenziato “la necessità di una PAC semplificata ed accessibile senza troppa burocrazia nonché la facilitazione dell’accesso al credito per la parte a carico delle imprese agricole. Questa definizione di agricoltore attivo ha molta importanza perché verrà utilizzata anche in diverse misure del Programma di Sviluppo Rurale, il secondo pilastro della riforma che siamo in attesa di vedere approvato dalla Commissione Europea, e sarà occasione di un approfondimento che organizzeremo non appena avremo la versione ufficiale: per le misure agroambientali, per l’indennità compensativa in zone montane e per altre importanti misure l’accesso sarà riservato agli agricoltori attivi”.
Da come è stato strutturato si evince chiaramente che si tratta di un sostegno volto ad accompagnare la fase iniziale della vita della nuova azienda. Sempre per i giovani il sostegno più importante, però, resta comunque quello previsto dal secondo pilastro, lo Sviluppo Rurale. 
Anche nel secondo pilastro il giovane agricoltore viene identificato nelle persone fisiche di età non superiore ai 40 anni al momento della presentazione della domanda, che si insedia in qualità di capo azienda e che, in aggiunta a quanto previsto nel primo pilastro, possiede adeguate qualifiche e competenze professionali. Le ultime novità fanno risaltare l’attenzione riservata ai giovani agricoltori sui quali Coldiretti e il sistema agroalimentare piemontese e alessandrino poggiano le basi per il futuro.
Su tutto rimane una certezza e Giuseppe Concaro, direttore del Cadir Lab che ha moderato il convegno lo ha più volte ribadito, “nel nostro Paese l’attuazione della Politica agricola comune 2014-2020, che vale 52 miliardi di euro, offre un’opportunità straordinaria per premiare chi vive di agricoltura, il lavoro, la qualità, i giovani e il vero Made in Italy”.
Ufficio Stampa Coldiretti Alessandria

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