Ci salverà il Gross Output ?


Alfio Brina, Città Futura on-line
Negli Stati Uniti entra in vigore il “G.O.” (Gross Output) ovvero la “Produzione Lorda” in alternativa al PIL
Il 25 aprile 2014 passerà alla storia dell’economia mondiale, in seguito alla decisione  degli Stati Uniti di dotarsi di un nuovo sistema statistico denominato “Gross Output” traducibile in Produzione lorda. per la misurazione della crescita economica e della ricchezza del paese La Produzione lorda misura la totalità di vendite in tutte le fasi dell’economia, cioè dalle materie prime ai semilavorati al prodotto finito. A differenza del PIL, che elimina volutamente le duplicazioni intermedie per rilevare il prodotto finale, questa statistica alternativa vuole includere appositamente tutti i passaggi. Con il nuovo metodo statistico, l’economia americana che oggi registra un PIL di 17.000 miliardi di dollari, vede la Produzione lorda superare i 30.000 miliardi.
Per l’Italia non esistono ancora valutazioni comparative tra PIL (1.600 miliardi di euro) e Produzione lorda. Per analogia anche per l’Italia i valori dovrebbero raddoppiare, con il vantaggio che il debito pubblico verrebbe a dimezzarsi rispetto alla Produzione lorda. Questo, naturalmente, per noi, non cambia i termini del problema.
Il concetto di Produzione lorda non è nuovo, il Prof. Skousen ne attribuisce la paternità agli studi di Wassily Leontieff, (1905 1999), economista ed econometrico, Premio Nobel nel 1973, russo, naturalizzato americano. Leontieff lo
aveva proposto fin dagli anni ’30. I suoi seguaci come Skousen da almeno vent’anni conducono la battaglia a favore della Produzione lorda, sostenendo che è un indicatore più fedele dell’attività economica totale. Il PIL eliminando i passaggi intermedi tende a sottovalutare la “produzione di cose” e di conseguenza sottostima l’importanza della produzione manifatturiera. La Produzione lorda, valorizzando “l’economia del fare” accentua l’attenzione sull’innovazione tecnologica, l’imprenditorialità, la formazione di capitale e il risparmio produttivo. E’ un indicatore che spinge a riscoprire anche la vocazione manifatturiera di un paese come l’Italia e premia quella nazione, Italia inclusa, dove tradizionalmente le famiglie hanno avuto capacità di risparmio elevata. Non è tuttavia una riforma radicale come quella della Felicità Interna Lorda, l’indicatore proposto da Joseph Stiglitz e Amartya Sen, che sposterebbe l’attenzione sulla qualità della vita anziché sulle componenti materiali della ricchezza.
Le componenti materiali della ricchezza restano ancora fondamentali per valutare la consistenza economica e produttiva di un paese. Il Prof. Skousen definisce la Produzione lorda, “il primo utensile macroeconomico nuovo entrato regolarmente in funzione da quando si diffuse l’uso del PIL negli anni ‘40”. Stando agli economisti americani, si tratta di “un potente strumento di analisi in grado di offrire prospettive nuove”. Tra le conseguenze immediate dell’adozione della Produzione lorda - che d’ora in poi affiancherà il PIL nelle statistiche ufficiali – si scopre che la recessione del 2008 – 2009 è stata assai più grave (meno 8% di Produzione lorda, rispetto al modesto meno 2% del PIL registrato), ma anche che la ripresa dopo il 2009 sia stata più vigorosa di quanto si creda.   

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