Riciclaggio, ordine di arresto per Giancarlo Tulliani. Il gip: "Fini non poteva non sapere"

Il provvedimento restrittivo, emesso nell'ambito dell'inchiesta su Francesco Corallo, non è stato eseguito: il cognato dell'ex leader di An è irreperibile, da anni risiede a Dubai. Fini: "Voglio essere interrogato, querelo per calunnia Laboccetta", che ai magistrati ha dichiarato di averlo fatto incontrare con il "re delle slot"
ROMA - Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giancarlo Tulliani. Al cognato dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini viene contestato il reato di riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti (ritenuti illeciti) della famiglia, con il "re delle slot" Francesco Corallo. Il provvedimento, firmato dal gip Simonetta D'Alessandro e sollecitato dal pm Barbara Sargenti e dall'aggiunto Michele Prestipino, non è stato eseguito perché Tulliani è residente da tempo a Dubai. Per la magistratura italiana Giancarlo Tulliani è dunque irreperibile e, come scrive il gip D'Alessandro, da alcune intercettazioni telefoniche sarebbe emerso il suo auspicio di non tornare in Italia "per evitare guai giudiziari". Volontà di Tulliani di restare all'estero evidenziata anche dalle relazioni avviate negli Emirati Arabi.Anche Fini è indagato per lo stesso reato e la sua posizione, si evince dall''ordinanza di arresto per Tulliani, si complica sulla base di nuove dichiarazioni rese da Amedeo Laboccetta, ex parlamentare che ai magistrati disse di aver fatto conoscere Fini e Corallo. Con una nota, Fini fa sapere di aver dato mandato ai suoi legali di querelare Laboccetta per calunnia, dopo aver chiesto nei giorni scorsi "di essere interrogato dai magistrati". Continua a leggere….


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