Elegia della foglia, metafora della vita, ridotta a rifiuto


C’è anche e ancora (Deo Gratias) questo mondo!
di Piera Maldini
Nella considerazione odierna o nel passato abbatanza recente figurano ai massimi vertici elementi ritenuti valori, diamanti, oro, platino ecc. , o componenti tecnologiche che vanno da un cellulare a un'automobile con in mezzo tutte le varianti possibili e immaginabili; pochissimo apprezzamento é dato invece agli elementi naturali, come se fossero superflui per la nostra esistenza.
Nulla ci ha insegnato la richiesta di re Mida di trasformare tutto in oro, la qual cosa l'ha reso misero prima fino a non poter più vivere poi; e che dire delle sensazionali melodie di Fabrizio De Andrè allorquando recita che da un diamante non nasce niente, mentre dal letame viene alla luce un fiore!?
Parlare delle foglie significa entrare nel sommerso, e riabilitare queste preziose creature della natura.
Intanto non si può non prendere in esame in questa disamina  l'albero, di cui all'estremo le foglie fanno parte, e la loro non é un'esibizione marginale: esse infatti realizzano la fotosintesi clorofilliana procedimento di trasformazione dell'energia solare in energia chimica, per cui  le sostanze inorganiche, anidride carbonica, acqua, diventano organiche, carboidrati che liberano ossigeno, permettendoci un'aria salubre. Sono altresì fattori determinanti il clima, in quanto mantengono l'umidità, che ai raggi del sole evapora, condensandosi in nubi, che poi ricade sotto forma di pioggia; due funzioni, talmente alterate, che viste  con gli occhi di oggi ci rivelano, qualora l'avessimo dimenticato, che tutto ciò, così
ben collegato (albero nel terreno - sole- aria-acqua) ci é indispensabile per vivere e ripeterci con più frequenza: "L'albero é vita" Salviamolo per salvarci!   
L'imperativo costante e categorico allora deve essere: "ripiantumare le zone demaniali", invece nella mentalità del quotidiano moderno la destinazione dell'albero é finalizzata o all'abbattimento, sempre più cospicuo, per sfruttarne il legno o all'abbellimento di aeree di giardino pubblico e privato, e in entrambi i casi si tratta di riduzione minimale della funzione fondamentale di un elemento naturale che dobbiamo proteggere dagli atti di vandalismo e dallo sterminio, praticato con estrema leggerezza, come é avvenuto per gli esseri umani in passato nel mondo occidentale,
Quindi se non ci sono gli alberi, non ci sono neppure le foglie con tutte le conseguenze negative sopra accennate .
Ad Alessandria in zone industriali diventano addirittura un ingombro perchè deturpano le strade e i marciapiedi di bitume o cemento composti. Sicuramente é così perché non si é pensato a lasciare sotto gli alberi zone di terra,  per cui si sarebbero tranquillamente trasformate in humus. Così come sono effettivamente fanno una brutta impressione. Diverso é ad esempio in piazza Don Soria dove le foglie cadono tra le rose, impedendo alle erbacce di crescere e riprodursi, come da eccellente  pacciamatura. 
Ammesso e non concesso, detto tra parentesi, caro Pier, tu affermi di essere prevalentemente d'accordo con me, chiusa parentesi, che il ddl Cirinnà interessa e anima tutti gli Italiani, non sarebbe invece il caso che i pochissimi eletti, da noi pagati s'interessassero dell'ambiente in maniera più seria e impegnativa di quanto non facciano allo stato, anche Stato, attuale?!
Larga é la foglia, stretta é la via, dite la vostra che io ho detto la mia.




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