Il genio di Carmelo Bene

di Nicola Vacca 
Carmelo Bene è stato un grande genio del nostro Novecento. La sua figura irriverente e anticonformista e la sua opera di rottura  meritano oggi una più alta considerazione .
Ma si sa che gli irregolari nel provincialismo e nel conformismo dilagante di questo sciagurato paese non hanno mai avuto  vita facile.
Mai come in questo momento è utile tornare a leggere Carmelo Bene.C’è  bisogno di antagonismo puro in questo tempo di servi sciocchi e omologati da social network. Ci sono testi di Bene  poco conosciuti e ancora male accessibili. Per esempio «Quattro conversazioni su tutto il nulla».  È  una sorta di Summa Teologica di Carmelo Bene, significativa per quanto riguarda il suo itinerarium mentis,  che ha il senso di una filosofia Poetata sposata sulla ritmica di una prosa Poetica.
Carmelo Bene antistorico e antiumanista che pugnala il suo tempo e la mediocre piccolezza di un
pensiero intellettuale ingabbiato in un conformismo di maniera che tutto uccide: «Che miseria me vedo, che miseria. L’ostentazione risibile del così detto opinionismo… nella straripante società dello spettacolo, delle zuffe TV nelle tribune politiche elettorali, nei convegni accademici e negli studi studi audio – visivi intrattenimentacci dove ciascuno a turno è straconvinto di dire proprio la sua».
Bene il polemista e il poeta che con la sua lingua rivoluzionaria rompe gli schemi  e da grande mattatore dissacra tutto nella convinzione che la condizione prima  e ultima dell’arte è far il vuoto, allo stesso tempo dando al vuoto tutto il suo splendore e la sua potenza di genesi.
Carmelo Bene è stato il nostro Artaud. Autentico e viscerale demolitore dell’esistente fino a creare un sentimento del mondo al cui centro sta il nulla con le sue innumerevoli cose da dire.
Questi scritti poco conosciuti rappresentano l’autobiogafia di Carmelo Bene, genio che va in direzione ostinata e contraria e che non augura a nessuno nella vita di apprendere così tanto, o meglio di dis-apprendere, così come ha fatto lui.
Fabrizio Parrini recentemente ha scritto che Bene amava considerarsi fuori dalla storia, dall’ordine rassicurante del pensiero ordinario. Carmelo Bene è un disilluso totale che in nome di un niente che domina i gesti mancati dei personaggi e degli uomini, in una parodia amarissima dichiara la sua estraneità alla vita comune e  all’ambiente culturale.
Soltanto un genio come lui poteva apparire alla Madonna.


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